Intervista a Serena Rigacci: “Ghost Town”, il nuovo singolo in coppia con Lil Tjay

Periodo di importanti collaborazioni internazionali per l’artista che stiamo per presentarvi e che abbiamo appena intervistato per voi: lo scorso autunno “Overseas” insieme ad Alkaline e Famous Dex, nella primavera 2021 “I know you want me tonight” insieme a Sean Kingston (ricordate Beautiful Girls del 2007 e Amore e capoeira insieme a Takagi e Ketra e Giusy Ferreri nel 2018?) e ora il suo nuovo singolo “Ghost town” insieme a Lil Tjay. L’abbiamo già intervistata lo scorso autunno, e ora è tornata qui con noi: Serena Rigacci!

“I know you want me tonight” insieme a Sean Kingston, il tuo singolo precedente, ha riscosso un grandissimo successo. Cosa rappresenta per te questo brano?

Per me questo brano rappresenta un amore che può essere considerato sia “giovane” sia uno di quegli amori che durano un po’ di più ma alla fine ognuno può interpretare ciò alla propria maniera. Musicalmente mescola il mio stile e quello di Sean Kingston.

Cosa è stato per te duettare con Sean Kingston?

Purtroppo, data la situazione relativa al Covid non siamo riusciti a incontrarci io e Sean però sicuramente è stata un’esperienza bellissima, e come ogni duetto, a prescindere con chi collaboro per me è sempre bellissimo perché grazie alle collaborazioni si ha l’opportunità di unire due o più menti in un’unica cosa, e soprattutto quando si tratta di artisti questo è una cosa bellissima, perché può venirne fuori un contrasto che funziona benissimo e un connubio di cose che si legano perfettamente.

Per il tuo nuovo singolo “Ghost Town” duetterai in coppia con un’altra superstar internazionale, ovvero Lil Tjay, giovane promessa del rap internazionale. Come è nata questa collaborazione?

E’ una collaborazione nata qualche tempo indietro. La canzone si chiama “Ghost town”, ovvero “Città fantasma”, ci ricordiamo tutti del periodo in cui la quarantena aveva iniziato a diventare più difficilotta, eravamo un po’ più ristretti, non si poteva uscire di casa e le città erano effettivamente delle vere e proprie città fantasma. Basti pensare a città come Milano: non c’era nessuno per strada, era una cosa veramente inaudita. Quindi questo pezzo è nato quando ancora si era in quella situazione lì, però all’interno della canzone, al di là di fare riferimento a questo periodo, che rappresenta più un’immagine visiva che concettuale in questo caso, si parla del fatto che ognuno di noi ha portato dei cambiamenti, che siano consapevoli o meno, che siano positivi o meno, ognuno li ha portati, perché a ogni modo è stato un periodo che ci ha cambiati tutti. E sempre all’interno della canzone si arriva a dire in modo sottinteso che alla fine è bene trovare il proprio modo di accettarsi relativamente a questi cambiamenti e di divertirsi comunque, volersi bene e andare avanti.

E infatti nonostante il testo sembri apparentemente triste, la spensieratezza del brano dal punto di vista delle sonorità si sente eccome…

Esatto. E’ un brano molto più chill rispetto alle precedenti due canzoni pubblicate, ossia Overseas con Alkaline e Famous Dex e I know you want me tonight con Sean Kingston che era quasi reggae. Più chill nel senso che quando ne parlo, molto spesso, mi piace pensare che se c’è qualcuno che la ascolta, per esempio in macchina, hai presente quella sensazione nella quale vai per così dire “in chill”, no? Quella sensazione lì…

Tra l’altro “Ghost Town” è anche il titolo di una delle canzoni di Madonna più note del repertorio dei suoi ultimi anni. Ti sei ispirata anche a lei per quanto riguarda la scelta del titolo della canzone? Perché, a livello di sound, sono due canzoni completamente opposte…

Il fatto che ci fosse questo brano di Madonna lo abbiamo realizzato dopo che il testo era già pronto, quindi non c’entra in realtà niente!

Sono previsti nuovi singoli dopo l’estate?

Sto trascorrendo in questo momento un periodo di quasi “relax”, e dico quasi perché sono comunque piena di cose da fare, perché molto presto tornerò in studio insieme a uno dei miei produttori artistici che è Andrea Fresu, e inizieremo a lavorare a qualcosa in italiano insieme. Però ci sono anche altre cose che bollono in pentola e devono ancora uscire, quindi… non posso dire più di così, però ci sono già tante cose che verranno fuori.

Hai mai avuto il desiderio di partecipare al Festival di Sanremo nei prossimi anni?

Sicuramente è una cosa che amerei fare, perché comunque sono una ragazza italiana e tante delle mie esperienze più importanti sono state all’estero. Fare Sanremo in Italia sarebbe un qualcosa di bello e importante nel mio Paese, nel quale sono cresciuta, visto però magari dalla prospettiva di chi è già stato su quel grande palco, quindi mi piacerebbe tanto.

E magari ascolteremo uno dei pezzi della tua svolta italiana…

Esatto, magari… Chissà!

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