Ristrutturiamo la bicicletta di papà

Avevo in cantina  ormai dismessa da un po’, la mia vecchia bicicletta Mountain Bike del 1986. L’avevo comprata con mio padre dal “mitico” Simone di Porta Portese. Il telaio è quello tipico delle bici del tempo, classico con la sola differenza delle ruote tacchettate enormi e il cambio Shimano.

Mio figlio tredicenne è impazzito all’idea di avere una bici personalizzata e presi dall’entusiasmo siamo andati dal vicino ferramenta ad acquistare tutto il necessario per ristrutturare  e sostituire  con pezzi nuovi: gomme, freni, cavi dei freni, sellino e dare un nuovo volto alla mia vecchia “LASER” (Marchio ora Galant) da bianca ad uno sfavillante Rosso Ferrari.

Per prima cosa è stato tolto tutto lo smontabile, di fatto è rimasta la catena, i pedali e il manubrio (quest’ultimo per comodità nella successiva lavorazione). Eliminati i parafangi e il portapacchi (cose troppo seriose).

Tutto ciò che non sarebbe dovuto esser trattato è stato coperto con buste e nastro per preservarne il colore. A questo punto con il trapano abbiamo iniziato a carteggiare fino al metallo vivo. Del trapano me ne sono – ovviamente occupato io, mentre al mio “ragazzo di bottega” ho lasciato di carteggiare i cerchi – che ahimè si erano rovinati con una bella copertura di ruggine. Poi sempre a mano, entrambi abbiamo pulito tutto ciò avevamo trattato. Una volta spolverato il telaio abbiamo dato una prima mano di vernice a base di zinco.  Tutto è stato fatto con bombolette spray, per rendere il risultato finale, il più possibile simile ad una lavorazione da carrozzeria.

Quando la vernice si stava essiccando ho iniziato a pulire con una spazzola da ferro le singole parti smontate. Abbiamo sostituito i freni e pulito con spray siliconico ogni pezzo.

Siamo poi partiti con la vernice….ROSSA  (due passate)

Poi vernice BLU negli angoli e sui mozzi. A questo punto mio figlio ha obiettato che sembrava la bicicletta dell’uomo ragno. Effettivamente l’effetto poteva esser quello e anche il risultato finale non era esaltante. La scelta è stata quella di aggiungere del giallo fluorescente e dell’ARANCIO. Il giallo fluorescente s’è confuso con il blu  diventando verde e l’arancio ha dato quel qualcosa in più all’insieme che ci è piaciuto molto.

Essendo fine-stagione la lavorazione è stata a ritmi serrati, per potergliela far usare in questi ultimi giorni di vacanza e questo ha portato anche ad errori grossolani. Ad esempio in un punto del telaio, passando la vernice arancione sopra quella fluorescente, s’è formata una goccia. Abbiamo dovuto attendere l’essiccazione per eliminare il dipiù e carteggiare (ma un po’ la differenza è rimasta). Questi lavori necessitano del tempo giusto. Vanno fatti senza fretta e attendendo l’essiccazione completa della vernice.

In ogni caso, il risultato finale non è poi tanto male. Avevo piacere di condividerlo anche per far rinascere la voglia a tutti quelli che amano recuperare gli oggetti messi da parte, dar loro una nuova vita e far stampare un bel sorriso sul viso di chi ne usufruirà del lavoretto fatto con papà. Sarà in ogni caso un ricordo da custodire con cura (almeno per il papà) e la possibilità di imparare a usare strumenti e attrezzi che non siano smartphone o roba virtuale. Un’occasione per sporcarsi imbrattarsi, ridere e bere tra sudore e zanzare e poi andarsi a fare un bagno assieme e un bel giro in bicicletta con una Mountain Bike unica e personale.

 

 

Commenta