Bebe Vio: gruppo Facebook sotto accusa per le minacce sessuali contro l’atleta

Tempo fa avevo seguito dei post di Selvaggia Lucarelli in cui mostrava gruppi Facebook chiusi, dove le lanciavano accuse, parolacce senza limiti e le auguravano morte e dolore. Mi sono chiesta a quale pro certa gente potesse arrivare a tanto. A quanto pare di persone del genere ce ne sono anche troppe e questa è la volta di Bebe Vio, oro nel fioretto alle paraolimpiadi 2016 a Rio, protagonista suo malgrado di una storia veramente assurda con a capo sempre questi miseri gruppi FB.

A quanto pare utenti non ancora identificati avrebbero creato un gruppo apposito dove insieme agli altri appartenenti del gruppo stesso avrebbero incitato alla violenza sessuale verso Beatrice. La Codacons ha subito segnalato la pagina che è stata poi rimossa all’istante, oltre che denunciare il social network all’Autorità Giudiziaria. Inoltre molti utenti avevano segnalato al Codacons di aver richiesto la chiusura della pagina in questione su Facebook tramite il form automatico, trovando però esito negativo.

Il Codacons ha anche richiesto alla Procura di accertare le identità delle persone in questione per adottare le dovute sanzioni.

Bebe Vio ha preso visione di questa pagina Facebook e ha dichiarato di esserne “amareggiata e delusa perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo e trovo sbagliato che mi trattino così”

Apprendo con sgomento la notizia delle minacce che, secondo il Codacons, sarebbero state rivolte all’atleta paralimpica Bebe Vio attraverso il social network Facebook. Si tratta di un fatto gravissimo e preoccupante. Mi auguro solo che le autorità competenti facciano chiarezza sull’accaduto e individuino al più presto i responsabili di questo gesto ignobile e profondamente disgustoso” – ha dichiarato Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico – “È inaccettabile che la rete venga utilizzata per disseminare odio e violenza e per alimentare questa barbarie. Voglio esprimere a Bebe la mia vicinanza e quella del Comitato Italiano Paralitico”.

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