Partono tre nuovi progetti per M2TEST srl, la start-up triestina, impegnata nella ricerca e nella prevenzione dell’osteoporosi

Grazie all’assegno di ricerca messo a disposizione dal bando HEaD “HIGHER EDUCATION AND DEVELOPMENT” – UNITS G1 OPERAZIONE 2, ideato per rafforzare la collaborazione tra il sistema della ricerca regionale ed il mondo produttivo, M2TEST e l’Università di Trieste (UNITS) hanno potuto standardizzare il processo di analisi con BES TEST. A breve, verranno pubblicati i risultati sulla precisione del BES TEST, risultata non inferiore a quella della densitometria, in uno studio phantom condotto insieme con il Professore Francesco Bertoldo, Professore Associato Medicina Interna, Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona- AOUI di Verona.

BES TEST, acronimo di Bone Elastic Structure Test, è l’innovativo strumento diagnostico di ultima generazione, in grado di cogliere le alterazioni qualitative dell’osso, misurando la risposta elastica di una biopsia virtuale di un paziente.

Il sistema, brevettato e unico al mondo, si propone come complemento degli strumenti consolidati già in uso per la diagnosi e il monitoraggio del rischio di frattura, fruibile ad un costo contenuto. Nello specifico, il test elabora le radiografie planari della mano non dominante acquisite in corrispondenza delle nocche di indice, medio e anulare, grazie a un apparecchio radiologico portatile che emette una quantità estremamente ridotta di radiazioni, che premettono di ripetere la procedura più frequentemente rispetto alla densitometria e si presta quindi, come attività di screening anche su pazienti giovani, al fine di tracciare le variazioni della struttura ossea nel tempo.

Quali sono gli strumenti a disposizione dei clinici per una diagnosi accurata e precoce?

“L’attuale gold standard per la valutazione del rischio di frattura si basa sulla misura della densità minerale ossea, la cosiddetta MOC (o DEXA), ma non sempre risulta completamente esaustiva e predittiva delle fratture. Un numero importante di fratture possono verificarsi infatti in pazienti il cui risultato della densitometria non rientra nell’intervallo Densitometrico di osteoporosi” – afferma il Prof. Bertoldo. – “In molte di queste fratture la fragilità è legata ad alterazioni qualitative del tessuto osseo come ad esempio quelle a carico della micro-architettura e della perdita di elasticità dell’osso trabecolare. Per conoscere quindi l’elasticità e la qualità dell’osso possiamo ricorrere al BES TEST, che potenzialmente ci permetterà di integrare il dato densitometrico nell’ identificazione del soggetto a rischio di fratture, riducendo la quota di soggetti non ritenuti a rischio sulla base di una buona densitometria” – conclude il Prof. Bertoldo.

Il secondo progetto in fase di esecuzione è la realizzazione, mediante stampa 3D, di un prototipo di sistema per la qualificazione della struttura ossea. Uno strumento in grado di eliminare incertezze e variabilità legate all’attività dell’operatore, e che consentirà una maggiore accessibilità al BES TEST. Esso potrà quindi essere utilizzato non solo nello studio del medico o in radiologia, ma anche in farmacia o parafarmacia, risultando più accessibile ma anche più preciso.

“Questo prototipo ci consentirà di diffondere l’innovativa tecnologia di BES TEST ad un numero sempre maggiore di centri diagnostici e farmacie, rendendolo sempre più accessibile ai pazienti che necessitano un monitoraggio costante dell’elasticità delle ossa. Esso potrà essere effettuato da una molteplicità di figure professionali come medici di medicina generale, ortopedici, osteopati e farmacisti”. Afferma la Dottoressa Alessandra Nicolosi, CEO e Co-fondatrice di M2TEST “Come start-up siamo sempre alla ricerca di nuove collaborazioni, partnership per avviare o consolidare progetti e nuove sfide volti a migliorare la diagnosi e il monitoraggio delle variazioni ossee nei pazienti”.

L’attività di ricerca portata avanti da M2TEST si è concentrata negli ultimi anni su studio e prevenzione delle fratture da fragilità non solo da osteoporosi ma anche da osteosarcopenia. Le due patologie sono differenti ma riconosciute, dalla comunità scientifica, come un’associazione pericolosa. L’osteoporosi è la malattia delle ossa fragili che presenta una condizione di bassa massa ossea e deterioramento micro-architettonico dell’osso, mentre l’osteosarcopenia è caratterizzata da perdita di massa, forza e funzione muscolare che, a sua volta, influisce sull’equilibrio, sull’andatura e sulla capacità generale di svolgere compiti della vita quotidiana. Spesso ai soggetti anziani vengono diagnosticate sia l’osteoporosi che la sarcopenia, evidenziando una maggiore probabilità di frattura dovuta all’associazione di fragilità ossea e probabilità di caduta.

Il terzo progetto in corso di realizzazione prevede la stampa 3D di un altro prototipo, utile per valutare e migliorare la forma fisica. Un concreto aiuto nel monitoraggio dei parametri antropometrici in osteosarcopenia, che si traduce nella precisa valutazione dello stato corporeo del paziente incrociando i dati forniti dall’acquisizione dell’immagine del soggetto e la misura di parametri specifici, forniti dalla letteratura.

“Questo nuovo dispositivo, con l’integrazione di BES TEST, fornirà uno strumento completo, importante anche nella prevenzione del rischio di frattura fragile in osteosarcopenia” – afferma la Professoressa Francesca Cosmi, Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste e Senior Visiting Scientist al Centro di Riferimento Oncologico-IRCCS di Aviano, inventrice del BES TEST e co-founder di M2TEST.– “I risultati attesi quest’anno sono importanti e ambiziosi per la nostra start-up. La pubblicazione dello studio e lo sviluppo dei due prototipi in corso di brevetto, sono i progetti a cui ci siamo dedicati per migliorare la prevenzione del rischio di frattura fragile, sia dovuta a osteoporosi primaria o secondaria, sia dovuta a alla combinazione di alterazioni ossee e muscolari, come avviene nell’ osteosarcopenia”. – Conclude la Professoressa Cosmi.

I progetti in fase di sviluppo, svolti con collaborazioni locali come l’Università di Trieste, offrono un contributo reale sul tema della salute e della qualità della vita delle persone che saranno presto rese fruibili da tutti coloro che ne avranno bisogno.

Appare evidente che, se gli obiettivi prefissati verranno raggiunti, porteranno vantaggi anche in termini occupazionali e una crescita maggiore del settore Health Care, confidando nell’inserimento di questi dispositivi come strumenti standard nelle Linee Guida per la diagnosi e la prevenzione del rischio di frattura.

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