Intervista a Mattia del Forno, leader de “La Scelta”: a lavoro per il nuovo album dopo l’uscita di “Ultimo Tango”

Correva l’anno 2008: il Festival di Sanremo veniva vinto da Giò di Tonno e Lola Ponce con il brano “Colpo di fulmine” firmato Gianna Nannini e, nelle Nuove Proposte, dai fratelli Diego e Luca Fainello al secolo i Sonohra con “L’amore”. Nella lista dei partecipanti a quell’edizione troviamo anche due importanti figli d’arte come Daniele Battaglia (figlio dell’ex chitarrista dei Pooh Dodi Battaglia) e Francesco Rapetti (figlio di Mogol). Ma anche una band romana che con il brano “Il nostro tempo”, oltre a classificarsi al secondo posto risultò uno dei brani più trasmessi dalle radio dell’intera edizione di quel Festival. Una band che negli anni successivi ha portato a casa importanti collaborazioni, di cui su tutte spicca quella con Ron: stiamo parlando de La Scelta, di cui abbiamo intervistato, in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Ultimo Tango”, il leader Mattia Del Forno.

E’ da poco uscito il nuovo singolo de La Scelta “Ultimo Tango”. Come è nata l’idea di questo brano?

“Ultimo Tango” è una canzone che abbiamo scritto un po’ di tempo fa e l’abbiamo tenuta nel cassetto aspettando il momento giusto per poterla pubblicare. E’ un brano molto intenso, passionale, dalle atmosfere malinconiche e nostalgiche. Parla di un amore che finisce e lascia poi un sapore e uno strascico malinconico. In base proprio a questa caratteristica del testo e della sonorità e della melodia abbiamo attinto alla musica argentina, soprattutto per quanto riguarda il tango, che è per eccellenza il ballo della passione, il ballo che racchiude nella sua musica sonorità di un altro tempo che evocano ricordi e sonorità nostalgiche. Quindi abbiamo sperimentato mischiando un po’ le carte come spesso succede nella musica de La Scelta, quindi abbiamo unito la melodia argentina con quella italiana.

Esperimento interessante! Tra l’altro la contaminazione è sempre stata il vostro marchio di fabbrica.

Sì, è vero. La caratteristica de La Scelta è sempre stata quella di contaminarsi con altre sonorità provenienti da ogni parte del mondo. Lo abbiamo fatto anche nel 2008, quando andammo a Sanremo e in quel momento specifico ritmicamente eravamo vicini a sonorità più tribali, più africane. Per noi la musica è sempre e continuamente scambio e questo ci permette di guardarla con occhi più aperti, ci permette di vedere un orizzonte più ampio.

A proposito: parlaci dell’esperienza a Sanremo 2008 e del successo de “Il nostro tempo”.

E’ stata un’esperienza meravigliosa e inaspettata in quanto non avevamo dietro di noi una grandissima casa discografica ma era una produzione indipendente. Il pezzo piacque tanto a Baudo e quindi la forza del pezzo ha poi permesso di partecipare a questa grande manifestazione. Abbiamo avuto la consapevolezza in quel momento che tutti i nostri sacrifici, le nostre nottate in studio poi in qualche modo erano state ripagate e che comunque qualcosa di buono l’avevamo combinato. Niente, l’esperienza di Sanremo è unica, irripetibile, la prima esperienza penso sia così un po’ per tutti gli artisti che vi hanno partecipato, emozionante. Mi auguro di poterla ripetere con più esperienza e con un altro tipo di entusiasmo. Non ti nego che c’è stata tanta ansia, ansia da prestazione, anche tanta curiosità di vedere come poteva rispondere il pubblico e tutto questo poi ci ha permesso di incamerare più sicurezza, anche per gli anni a venire, essendo consapevoli che le nostre canzoni in qualche modo erano forti, potevano avere un risvolto universale. Tanta emozione ma anche tanta forza, tanta forza che abbiamo ricevuto da questa partecipazione.

L’esperienza si è poi ripetuta, anche se nel ruolo di autore, nel 2017 per “L’ottava meraviglia” di Ron: cosa significa per te questo brano?

Beh, per me “L’ottava meraviglia” significa tanto. Una canzone molto intima, e Ron con la sua vocalità, con la sua espressività secondo me era più che adatto per cantare questa canzone in una manifestazione così importante. Essere autore di un brano portato lì da un pezzo di storia della musica italiana come Ron è un riconoscimento di grande prestigio. La verità è che fino in fondo abbiamo provato a poterlo accompagnare durante quell’esibizione ma non per sua volontà bensì per tutto un sistema che c’è dietro l’industria musicale, e non ci è stato permesso. E l’unico rammarico è stato quello, è stato quello di non poter suonare insieme a Ron stesso, visto che siamo stati per tre anni in tour insieme a lui. Poteva essere la chiusura del cerchio perfetta.

Un grande rapporto di amicizia e collaborazione quello con Ron, culminato nel 2016 nella partecipazione all’inedito “Aquilone” tratto dal grande successo della raccolta “La forza di dire sì”.

Sì, hai detto proprio bene. Un rapporto di collaborazione poi sfociato in una bellissima amicizia e un rapporto di stima reciproca. Con lui abbiamo imparato tantissimo sia in studio che live, abbiamo imparato soprattutto il rispetto per la canzone stessa, per il repertorio. Da uno così puoi soltanto che imparare. Con Aquilone è stato il nostro primo duetto non soltanto come autori ma anche come connubio artistico che ha poi dato seguito a questo singolo che è stato ben promosso. C’è stato anche un videoclip molto solare. Niente, la collaborazione continua, lui dal punto di vista umano ci segue con grande entusiasmo, è una persona che non ci abbandona mai. Dal punto di vista artistico continuiamo a collaborare non così in maniera serrata però io sto continuando a scrivere con lui per i suoi progetti e per le sue uscite discografiche. E’ una fortuna per una realtà piccola come La Scelta affiancarsi a una realtà così grande come quella di Ron.

Perché avete scelto come nome “La Scelta”?

Può sembrare banale… perché ci siamo scelti fra di noi. Abbiamo deciso in un momento particolare nella vita di ogni componente della band di fare una vera e propria scelta, abbandonare i progetti esterni e concentrarci in una cosa unica.

Progetti futuri?

Difficile fare progetti quando non siamo sicurezze in merito al lavoro, si pensi alla chiusura degli spazi live che ha colpito fortemente la nostra categoria. Mi auguro di poter riprendere a suonare live al più presto, ma nel frattempo ci siamo rinchiusi in studio, abbiamo composto altri brani, abbiamo già pronto un disco nuovo.

In arrivo il prossimo anno?

Ce lo auguriamo!

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