Calcio, la solidarietà non è scontata

Abbiamo parlato in un articolo di qualche giorno fa del bel gesto solidale dei calciatori e dello staff tecnico del Borussia Monchengladbach, i quali hanno deciso di dimezzare i propri ingaggi al fine di permettere alla società di salvaguardare i posti di lavoro degli altri dipendenti anche in un periodo durante il quale, a causa dell’emergenza Coronavirus, il calcio e il mondo dello sport in generale si sono dovuti arrestare.

Non è certo questo l’unico caso di solidarietà proveniente dal mondo del calcio. Il Chelsea di Roman Abramovic ha per esempio acconsentito a che l’hotel destinato ai propri atleti sia messo a disposizione degli operatori del servizio sanitario affinchè questi ne possano ricavare posti letto aggiuntivi.

Per quanto riguarda invece l’esperienza italiana, risale a domenica scorsa la notizia della rinuncia da parte dei giocatori della Juventus ad una porzione dei propri ingaggi, facendo sì che la società risparmi una cifra che si aggira intorno ai 90 milioni.

Certo la Juve non ha una proprietà debole economicamente, dunque questo taglio non sarà così fondamentale per la tutela degli altri lavoratori come nel caso del Borussia, tuttavia non dobbiamo dimenticare che questo stop forzato sta causando grossi disagi a tutti i club d’Europa, senza troppe distinzioni poggiate su dimensione e prestigio della squadra.

L’esempio più lampante ad oggi è forse il Barcellona. Infatti è da qualche giorno che si è instaurata una battaglia, che ha tutta l’aria di diventare di natura legale a breve, tra i calciatori e la dirigenza del club catalano.

Per riassumere gli ultimi accadimenti, la società blaugrana avrebbe imposto ai propri giocatori la riduzione dello stipendio fino al momento della ripresa delle attività, la cui data è molto difficile da individuare. Da parte loro, Messi e compagni hanno lamentato il fatto che questa decisione sia stata presa senza prima interpellare i diretti interessati.

Come logica conseguenza di questo appunto, i campioni del Barca hanno rifiutato il taglio e per ora non sembrano essere disposti a venire incontro alle esigenze della società.

Lungi dal voler demonizzare i calciatori del Barcellona, non manchiamo di sottolineare che in momenti così particolari e delicati il dialogo tra le parti risulta essere quanto mai essenziale affinchè si possa trovare una soluzione comune. Quindi, se fosse vero quanto asserito dai giocatori, la società spagnola avrebbe commesso un imperdonabile errore di gestione, del quale tutti i componenti del board dovrebbero prendersi le responsabilità.

Al contempo però, non si può prescindere dal ribadire quanto gli sportivi, e i beniamini del mondo del calcio in particolare, portino sulle proprie spalle l’arduo compito di fungere da esempio in momenti così complessi, allo scopo di fornire quei segnali che possano, nel loro piccolo, dare la forza per rialzarsi.

Così, un sacrificio affrontato da questi personaggi (senza cadere nella stucchevole retorica suscitata dalla loro ricchezza) può aiutare ognuno di noi a comprendere che questa emergenza la stiamo accusando tutti quanti, nessuno escluso, e proprio per questa ragione possiamo contare sul fatto- o magari sull’illusione- che ci sarà qualcuno pronto a offrirci una mano di sostegno.

E se anche questo pensiero fosse davvero un’illusione, non è detto che nei periodi più bui le illusioni siano da gettare completamente via.

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