Rocco Siffredi alla Mostra del Cinema di Venezia 2016. Le sue confessioni sul sesso nel documentario “Rocco”

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Indistinto re del porno, Rocco Siffredi, sbarca a Venezia, facendo suo questa volta il red carpet della manifestazione dedicata al cinema. Arriva con la moglie, per presentare il documentario sulla sua vita diretto dai francesi Thierry Demazière e Alban Teurlai (nelle sale con Bim dal 31 ottobre al 3 novembre). Rocco, diventa così il titoloni forte nelle Giornate degli Autori. Un uomo che ha fatto parte da sempre dell’immaginario erotico per uomini e donne, fino ad arrivare pubblicamente e in modo “pulito” nelle case di tutto e sui grandi cartelloni pubblicitari, parlando di una nota marca di patatine, con un sottile velo erotico che portava l’immaginazione al di là del prodotto stesso. Uno slogan, in quel caso, sulla bocca di tutti. Ora lo ritroviamo a 52 anni dopo aver raggiunto i più alti titoli di Re dell’Hard, a parlare di sé stesso e del demone del sesso che lo ha perseguitato per tutta la vita. Un Rocco sui generis, che va al di là di quanto hanno mostrato film su film porno con lui nella sua veste più intima. Ma se da un lato è stato visto in ogni sua angolazione fisica, la parte psicologica non è mai stata considerata da nessuno e ora c’è modo di vederlo sotto altre angolazioni.

Abbiamo visto il Rocco del sesso, quello dei reality che hanno portato le telecamere fin dentro casa sua, il Siffredi della pubblicità, in accappatoio e sguardo malizioso fino alla copertina del settimanale di Le Monde che lo ritraeva come mamma lo ha fatto (e come in tantissimi lo hanno sempre visto). A Venezia ritroviamo Rocco Tano di Ortona, in arte Siffredi, nella sua visione affranta e malinconica di una vita di successo che nascondeva però diversi lati oscuri. Quelli di un uomo che si sentiva in colpa per il suo lavoro tanto da chiedere scusa alla moglie dopo le giornate di lavoro tra scene hard e amplessi di gruppo.

Un documentario nato dalla necessità di raccontarsi al suo pubblico quindi, ai fan che conoscono ogni angolo del suo corpo ma non della sua anima. Rocco spiega come sia stato più difficile raccontarsi senza filtri che non stare davanti a una telecamera completamente nudo. Un film documentario che svela tanti aspetti sconosciuti sulla sua vita, a partire da quando era piccolo e quando da giovane la madre lo voleva prete. Fino alla sua ossessione per il sesso che lo ha portato poi a fare il mestiere che lo ha reso famoso. Il dualismo Diavolo e Angeli della sua vita, con il sesso da un lato e la famiglia dall’altra. Racconta però della sua gioia nel vedere come abbia portato avanti un matrimonio per 25 anni, nonostante il suo lavoro abbia reso pubblica l’intimità tolta dalla telecamera. Sua moglie Rosza, bellissima, ha girato con lui pochissimi film proprio perché lui sentiva l’esigenza di averla sempre vicina, ma poi ha detto basta.

Non mancano i suoi commenti sul nuovo modo di fare pornografia con l’avvento del Web e dei nuovi veicoli per l’hard. Lancia una freccia per i film che si giravano un tempo, fatti da professionisti e con una storia dietro, mentre i video che girano in Rete oggi sono lasciati nelle mani di dilettanti che hanno ridotto tutto al feticismo estremo.

La sessualità mi ha attratto come un’amante, ma mi ha anche fatto smarrire in territori complessi”, confessa Rocco.

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