Scoperto il più antico whisky giapponese… in vendita al prezzo di 25 mila sterline

Una storia incredibile

Era il 1939, in Europa germogliava  l’orrore che avrebbe sconvolto il mondo. Il 22 maggio Mussolini firmava il patto di alleanza militare con Hitler, ma la storia che voglio raccontare ha un colore diverso, un sapore di inizio, quello del più antico single malt giapponese mai messo in bottiglia.

Precisamente nella prefettura di Fukushima (Giappone) nasceva  proprio nel 1939 la distilleria Shirakawa. Si persero le notizie fino al 1947, quando la distilleria venne acquistata da Takara Shuzo, uno dei principali produttori di alcolici del Giappone.

L’ imprenditore nipponico ristruttura totalmente la distilleria e dà inizio alla produzione di shochu, molto più alcolico del vino, ma meno alcolico al whisky e vodka, per poi iniziare  nel 1951 anche  la produzione di whisky di malto.

Il whisky non fu mai commercializzato come Single Malt, ma destinato esclusivamente a essere utilizzato nei marchi di Blended Whisky King e Ideal di Takara.

Dalla fine degli anni Sessanta in Giappone arrivò l’ondata di importazione del whisky sfuso dalla Scozia e nel 1969 la distilleria cessò la produzione di whisky.

Gli investimenti di Takara però non si fermarono e nel 1986 acquistò la distilleria Tomatin per soddisfare ogni esigenza di whisky di malto e concentrarsi liberamente sulla produzione di brandy e shochu.

La distilleria Shirakawa veniva ormai utilizzata  solo come impianto di imbottigliamento e nel 2003 definitivamente chiusa e demolita.

Ma tutte le belle  storie hanno un lieto fine.

La curiosità del  Managing Director di Tomatin Stephen Bremner (con 20 anni di esperienza con Takara) lo spinse ad indagare sulle poche notizie della produzione del Single Malt di Shirakawa. L’ illuminazione arriva da un collega giapponese, che gli racconta di una vecchia cisterna (tank) ancora pieno di whisky, ma ancora non ritrovato. Si parte con la ricerca di informazioni attraverso colloqui con ex dipendenti e consulto di vecchi archivi.

Il misterioso tank viene infine ritrovato nel 2019 a oltre 1000 chilometri a sud della distilleria perduta, vale a dire nei magazzini di Takara Shuzo a Kurokabegura, nella prefettura di Miyazaki. Un contenitore in acciaio inox prodotto nel 1958.

L’analisi di due istituti di ricerca indipendenti scozzesi conferma la straordinaria scoperta: il liquido contenuto nel tank è davvero l’ultimo lotto di Single Malt di Shirakawa, una distilleria che non ha mai messo in commercio il proprio whisky.

Per capire l’importanza di questo ritrovamento bisogna pensare che negli ultimi dieci anni il whisky giapponese è diventato uno dei distillati più apprezzati da parte di appassionati e collezionisti di tutto il mondo, che cercano senza sosta i tesori residui delle distillerie chiuse, ormai ombre leggendarie di un passato glorioso. Quando Karuizawa è stata chiusa, nel 2011, sono state recuperate circa trecento botti; nel caso di Hanyu sono state quattrocento.

Di Shirakawa, invece, è rimasto solo questo lotto: ed ecco perché lo Shirakawa 1958 è da considerarsi il whisky giapponese più raro al mondo. Non solo perché dopo di lui non ci sarà mai più uno Shirakawa, ma anche perché questo è il più antico whisky giapponese di un singolo vintage mai realizzato. Si tratta di un distillato prodotto nell’epoca precedente all’importazione di massa di orzo dalla Scozia, e anche all’arrivo di botti dagli USA e dall’Europa: rappresenta insomma uno stile ormai perduto per sempre.

Il Single Malt Shirakawa

Dopo il ritrovamento del tank la caccia al tesoro negli archivi di Takara Shuzo non si è fermata, e ha riportato alla luce un libretto in cui viene descritto con molti dettagli il modo in cui è stato prodotto il Single Malt di Shirakawa nel 1958.

L’orzo utilizzato era giapponese, e il lievito uno dei ceppi da vino di proprietà dell’azienda.

La fermentazione è durata quattro giorni, e la distillazione è avvenuta in due alambicchi di rame. Il taglio del distillato era ampio, cosa che si traduceva in un’acquavite piuttosto pesante e complessa.

Per le botti è stata scelta la quercia Mizunara di Tohoku e Hokkaido, e la maturazione è avvenuta in loco, in piccoli magazzini.

Il libretto, tuttavia, non indica quando il whisky è stato rimosso dalla botte: secondo le analisi chimiche dovrebbe esserci rimasto per alcuni decenni, ma probabilmente intorno alla fine degli anni Ottanta è stato trasferito in contenitori di ceramica, simili a quelli per lo shochu, e poi spostato nel tank di acciaio, probabilmente intorno al momento della demolizione della distilleria, nel 2001.

Il mistero rimane per tanti aspetti, insomma. Quello che rimane evidente è la qualità e la rarità di 1500 bottiglie, le uniche di Shirakawa disponibili nel mondo.

Come commenta il noto esperto di whisky Serge Valentin: “Il vero miracolo, qui, non è tanto che abbiano trovato una scorta di Shirakawa, ma che sia così buona. Forse è questo il motivo per cui qualche gentiluomo giapponese, molto tempo fa, decise di conservare questo lotto e di salvarlo dalle grinfie dei Master Blender. Nel bicchiere non appare poi tanto diverso da alcuni vecchi Macallan distillati in anni simili”.

Note di degustazione

Naso – mostra complessi strati di aromi cerosi e di rovere, pur conservando una vivacità davvero eccezionale. Frutta dolce e marzapane, ananas candito e liquore all’arancia sono in primo piano, lasciando gradualmente spazio a note più vegetali di erba tagliata, caprifoglio e cocco. Un seducente profumo di incenso è accompagnato da aromi floreali e legnosi.

Palato – L’equilibrio tra maturità e vivacità continua anche nel palato. La mela e il lime sono rapidamente bilanciati da marzapane e dal cioccolato bianco. La parte fruttata e di frutta secca si evolve in un mix tropicale con una spolverata di cannella e zenzero.

Finale – Dolcemente le note fruttate si dissolvono lasciando morbidi sentori di nocciola, una leggera speziatura e un tocco affumicato.

Shirakawa è importato in esclusiva per l’Italia da Beija Flor, società di distribuzione attiva dal 2007 e specializzata in whisky e spirits di qualità, spesso provenienti da distillerie artigianali. Nel portfolio, che tra le altre cose vede la più ampia selezione in italia di indie bottlers, trovano spazio numerosi brand iconici nel panorama dello Scotch Whisky, tra cui Springbank, Kilkerran, Tomatin e l’imbottigliatore indipendente Cadenhead’s.

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