Pagelle Serie A: quali sono le gerarchie al giro di boa della stagione – parte 1

Atalanta: voto 9

La vittoria travolgente contro il Milan capolista ha mostrato che, al massimo del suo potenziale, questa squadra può vincere contro chiunque. Una prima parte di stagione tipica della compagine nerazzurra negli ultimi anni, con un altalenarsi di prestazioni che hanno sottratto punti importanti, lascia spazio all’oliatura degli ingranaggi della macchina di Gasperini. Tuttavia, quest’anno, il rendimento poco costante è sicuramente dipeso dalle fratture interne, pesanti, che hanno visto la perdita di una figura ritenuta centrale come Gomez, ma che hanno visto ancora una volta una dimostrazione di forza societaria nel prendere una decisione netta, per quanto dolorosa.

L’Atalanta ha ottenuto l’accesso alla fase ad eliminazione diretta in Champions in un girone tutt’altro che semplice, si trova a 7 punti dalla capolista e in piena lotta per la zona Champions. La compagine bergamasca si dimostra una meravigliosa realtà del nostro campionato.

Benevento: voto 7

Da una piacevole conferma ad una piacevole sorpresa: il Benevento di Pippo Inzaghi è riuscito a trasporre all’interno del campionato di massima serie un gioco propositivo ed ingaggiante e ha dimostrato di meritare assolutamente la categoria nella quale si trova. Ad un buon reparto offensivo che ha messo in difficoltà alcune grandi (chiedere a Lazio, Juventus e Napoli per conferma), si contrappone una difesa responsabile della perdita di punti importanti contro alcune piccole, tra cui le colleghe novelline Crotone e Spezia.

Ad ogni modo, i sassolini per una salvezza tranquilla sono stati messi e rattoppando alcuni incidenti di percorso, diventa un obiettivo senz’altro perseguibile.

Bologna: voto 6

Pur mantenendo la stessa rosa dell’anno precedente, il Bologna non riesce a trovare quella costanza di prestazione che offre le garanzie sufficienti. La squadra di Mihajlovic incomincia il campionato mostrando le stesse pecche e gli stessi pregi dell’anno scorso, coniugando attacco e gioco spumeggianti ad una difesa a tratti drammatica, da quanto inconsistente. La prima porta inviolata dopo 41 gare (record negativo in Serie A) apre ad una nuova tendenza, tuttavia: meno buchi in difesa, ma anche meno brillantezza in attacco. È importante che i rossoblu tornino a cercare il gioco che li caratterizzava, evitando di snaturarsi e di perdere punti di riferimento importanti nella fase di ricerca di solidità difensiva.

Appare comunque importante anche un’aggiunta nel reparto offensivo ad opera del mercato, data la presenza di un unico attaccante centrale, che, per quanto qualitativo, ha 38 anni.

Cagliari: voto 5

La gestione Di Francesco non ha portato ai risultati sperati, con una squadra estremamente dipendente dalle giocate dell’ormai indiscusso trascinatore Joao Pedro, ma che non riesce a produrre un elemento offensivo che sia riconoscibile e proprio del Cagliari. A fine girone d’andata la squadra sarda arriva con 6 sconfitte consecutive (7 considerando la Coppa Italia) e una grande difficoltà nel trovare la porta avversaria. La fiducia accordata all’allenatore, con il recente rinnovo, sanno di possibile risollevamento e di fiducia, anche per via degli innesti a centrocampo da parte del mercato, ma qualcosa di più ci si aspetta, altrimenti la salvezza non può dirsi garantita.

Crotone: voto 6-

La seconda insufficienza viene attribuita al Crotone, ma è una sufficienza assolutamente recuperabile. Anzi, se si dovessero valutare le ultime 10 gare, sarebbe certamente un voto sufficiente. In particolare, la squadra di Stroppa ha dimostrato una maggiore capacità offensiva nella varietà delle soluzioni, in primis. È vero che è stato Messias il principale artefice di questa crescita, un giocatore che ha regalato guizzi e inventiva, ma è vero anche che con il crescere delle prestazioni di quest’ultimo, si è vista coincidere una maggiore solidità di squadra. Rimangono voragini difensive a cui far fronte e una frequente carenza di sinergia tra le catena di centrocampo ed i tre difensori.

Fiorentina: voto 5

È troppo poco giudicare la stagione della Viola sulla base del piazzamento in classifica. La squadra di Prandelli, nonostante i risultati, non è riuscita a dare l’impressione di aver trovato una consistenza di squadra, a partire dalla scelta dei titolari a centrocampo, che vede come unica certezza Castrovilli. Giocatori che hanno dato contributi importanti in Serie A come Pulgar, Bonaventura, Callejon e Amrabat non hanno trovato condizioni tali per esprimere le proprie qualità e rimangono dei dubbi riguardo al modulo da adottare, che, per quanto fino a questo momento non sia mai stato messo in dubbio, è un modulo che inevitabilmente forza le caratteristiche di alcune importanti individualità in rosa.

La classifica conta, ma le vittorie contro il Crotone, contro un Cagliari in grossa difficoltà, assieme ad una prestazione magistrale contro la Juventus, che ha portato ad una vittoria tutto sommato, però, piuttosto fortuita, non costituiscono una base sufficiente per l’attribuzione di fiducia riguardo un futuro incerto e giustificano il voto insufficiente.

Genoa: voto 6

La gestione Ballardini ha rinsaldato una sufficienza che il Genoa conquista con prestazioni soprattutto d’orgoglio. Un ritrovato Mattia Destro contribuisce alle vittorie sufficienti ai rossoblu per mettere la testa al di fuori della zona salvezza, in una classifica che è stata senz’altro avvilente sino a poche giornate fa. I dubbi sulla consistenza della rosa rimangono, vista l’età anagrafica media molto avanzata e il tasso qualitativo discutibile, ma la gestione di Ballardini ha mostrato dei meccanismi di solidità che fanno ben sperare. L’acquisto di Strootman costituisce un miglioramento, ma per assicurare la salvezza serviranno ottime prestazioni.

Inter: voto 8

La squadra di Conte fa un campionato tutt’altro che negativo, portando ottimi risultati, paradigmati dalla prestazione contro la Juventus di due giornate fa. L’eliminazione dalla Champions ha permesso ai nerazzurri di competere per il campionato con una rosa ampia e sicuramente sufficiente ad ambire al titolo finale. Vanno limati alcuni dettagli, come la più funzionale gestione di alcune individualità nella rosa e si attende maggior costanza nelle prestazioni di quello che è il secondo realizzatore della squadra, Lautaro Martinez, il cui rendimento è ancora troppo altalenante, ma non v’è dubbio che un’identità di squadra ci sia e sia efficace.

Juventus: voto 6

L’arrivo di Pirlo, allenatore alle prime armi, suggeriva il termine di un ciclo e l’avvio di un altro per una squadra ormai abituata a vincere sempre e comunque. Com’era prevedibile, le difficoltà sono arrivate: tanta confusione in campo e poca chiarezza nelle gerarchie, unite ad alcune forzature nelle collocazioni in termini di ruoli. La vittoria in Supercoppa e la prestazione contro il Bologna sembrano poter indicare un’inversione di rotta, in termini, perlomeno, di scelte riguardo al centrocampo, ma questo possiamo dirlo solamente in fatto ipotetico. La Juventus rimane assolutamente in corsa per il campionato, ma quello che si chiede alla gestione Pirlo è qualcosa di più solido e convincente, per la rosa a disposizione.

Lazio: voto 9

Quattro vittorie di fila, tra cui un derby dominato, confermano che questa squadra, quando entra in ritmo, può fare davvero bene. Lo si era visto anche l’anno scorso: la Lazio ha bisogno di trovare la forma migliore per portare risultati e l’impressione è che la rosa non sia ancora sufficiente a garantire una solidità di prestazioni considerata la doppia competizione. Inzaghi conquista una fase ad eliminazione diretta in Champions che mancava da 20 anni, peraltro subendo una serie di infortuni che uno alla volta han privato la rosa di tutti i titolari almeno per qualche giornata.

I risultati biancocelesti son frutto di un gioco riconoscibile e nel quale gli interpreti hanno visibilmente fiducia e la speranza è che il futuro vedrà la rosa a disposizione di Inzaghi allungarsi a sufficienza per rendere la squadra competitiva non solamente per raggiungere alternativamente i successi nelle coppe europee e la testa della classifica, com’è accaduto l’anno scorso, ma che il mercato possa portare la squadra capitolina tra le top in Italia.

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