E’ deceduto il bambino affetto da una otite malcurata

Francesco aveva una semplicissima otite. I genitori si sono fidati di un medico che voleva curarlo con l’omeopatia. La cura non ha avuto alcuna efficacia e l’infezione si è estesa in quindici giorni, fino ad arrivare alla testa, al tessuto celebrale. Francesco è entrato in coma dal quale non si è più svegliato.

Volendo parlare di attribuzioni di colpe, di inutili risvolti di questa triste storia possiamo rivolgere un’accusa ben precisa verso quel medico  (la cui storia personale non è delle più semplici e limpide). Un’altra accusa, quella che nessun tribunale potrà oltremodo infliggere si chiama responsabilità a carico di quei genitori che nella loro “ignoranza” non si sono accorti di quello che stava accadendo al loro piccolo.  Lo hanno lasciato “curare” da un medico omeopata (che omeopata non era), senza consultare un medico normale, senza fare confronti, pur di non dare un banalissimo antibiotico. Hanno contribuito all’omicidio “colposo”, non volontario, ma pesantissimo di un povero bambino indifeso.

Nel fare il genitore si ha sempre paura delle proprie scelte. Anche adesso nello scrivere, non mi è facile accusare qualcuno. Io stesso non so mai se faccio bene o male nelle mie scelte mediche, che riguardano i miei figli, ma in questo caso, data la Non – gravità della patologia non trovo le parole per apostrofare i protagonisti della vicenda. Mi viene da pensare a quel piccolo bambino che nel dolore del suo male si affidava, abbracciando la mamma, alle sue cure. Cure inutili e fatali. Quindici giorni di dolori che hanno avuto un triste epilogo

L’infiammazione si è estesa e dal condotto uditivo ha percorso il tratto fino al cervello. Batteri e infezione hanno causato un ascesso celebrale che  ha contribuito al decesso per Encefalite. I genitori hanno dato il consenso all’espianto degli organi, “affinché altri genitori non patiscono il loro stesso dolore e i bambini malati possano salvarsi”. Un gesto che merita rispetto e che fa loro onore. Il piccolo Francesco non c’è più. Loro si sono chiusi nel silenzio del loro dolore e della loro Fede. L’accusa di omicidio colposo, ovviamente, non è una cosa che li sfiora avendo perso l’Amore più importante della loro vita.

Nella vicenda protrattasi per quindici interminabili giorni, si sono rivolti all’ospedale solo quando il bambino ha perso conoscenza. Purtroppo però ormai non si sarebbe riusciti a porre rimedio a quanto non fatto.

Mi ricordo di quando mio figlio, qualche anno fa, soffriva di male all’orecchio. Le nottate tra Nurofen e coccole e la visita il giorno dopo dal pediatra. L’Otorino poi consultato gli ha dato una cura, dopo un’accurata visita (non troppo simpatica ad orecchie, naso e gola), ma che ne ha scongiurato il perdurare e sopratutto una evoluzione del male. Una volta abbiamo avuto anche il timpano perforato, ma poi tutto è rientrato. Andava in piscina, lo sport forse non tanto adatto a chi soffriva di tali disturbi. Oggi è un pesciolino ed è tutto un ricordo.  Devo ammettere che non conoscevo l’evoluzione di un’otite mal curata in questi termini. Mi bastava già vederlo soffrire per tenermelo in braccio  e aspettare che passasse. Chissà poi perché certe cose avvengono sempre di notte, quando ci si sente sempre più impotenti ed impreparati.

L’otite è un’infezione dell’orecchio causata solitamente da batteri o virus che penetrano nell’organismo attraverso naso e bocca. Otite è suddivisa per gravità, in esterna, media e interna. L’esterna è ovviamente la meno invasiva, e  la sua manifestazione è il dolore persistente, causato da germi e funghi.  I principali sintomi sono innanzitutto il dolore, prurito, ronzii e anche l’eventuale abbassamento dell’udito. Nei casi più gravi, febbre e nausea.

Non va mai sottovalutata. Si può arrivare alla perforazione  del timpano. Ciò accade quando la produzione di secrezioni e di pus all’interno dell’orecchio determina una pressione sul timpano che finisce con il causare la rottura. La membrana timpanica tende a cicatrizzare da sola e quindi molte perforazioni si chiudono senza bisogno di intervento chirurgico.

Spesso le otiti sono associate alla  presenza di catarro nel condotto uditivo che ci riconduce ad  un’infiammazione della tromba di Eustachio che porta al fastidioso problema dell’otite catarrale, disturbo che si manifesta soprattutto nel periodo invernale e che se trascurata può evolvere in una forma acuta. Il bambino va protetto dal freddo  (orecchie e testa nello specifico). L’antibiotico è la cura più tempestiva. Ma a questa deve seguire una vera e propria cura che dura qualche tempo.

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