Carni rosse di nuovo nel mirino. Consumo eccessivo correlato al rischio di 9 specie di patologie

Seguire una dieta bilanciata che riesca a tenere in considerazione il fabbisogno di ogni persona senza commettere errori potenzialmente dannosi per la salute è molto importante, ed è per questo che la scelta migliore appare sempre quella di rivolgersi ad un dietologo che possa consigliare la migliore alimentazione in base alle proprie esigenze, ma è già da tempo noto come la questione alimentazione sia un argomento caldo in grado di generare discussioni in ogni parte del mondo, soprattutto quando ad essere al centro delle polemiche sono prodotti alimentari consumati da milioni di persone nel mondo.

E’ il caso delle carni rosse, lavorate e non, finite già negli ultimi anni al centro di discussioni per la possibile correlazione con l’insorgere di determinate forme di cancro, soprattutto per quanto riguarda le carni lavorate. Ancora una volta le carni rosse finiscono nel mirino dei ricercatori, con un nuovo studio condotto dal National Cancer Institute di Bethesda, pubblicato sulla rivista British Medical Journal, che parla di una effettiva correlazione tra il consumo eccessivo di carni rosse e l’aumento del rischio di 9 diverse specie di patologie.

La ricerca statunitense ha portato a risultati che di certo non faranno piacere  agli amanti della carne, mettendo in evidenza qualcosa che, in larga parte, era già stato sottolineato da precedenti ricerche che non hanno mancato di suscitare discussioni. La ricerca è stata condotta prendendo in esame i dati raccolti da un precedente studio che ha coinvolto più di 530.000 statunitensi con età compresa tra i 50 e 71 anni in Florida, California, North Carolina, New Jersey, Louisiana e Pennsylvania, ma anche due grandi metropoli come Detroit e Atlanta.

I soggetti coinvolti hanno dovuto rispondere ad una serie di questionari che hanno considerato la quantità di carni totali consumate, di carni lavorate e non lavorate ma anche di carni bianche, prendendo in considerazione elementi come il ferro emico, nitrati e nitriti contenuti all’interno, tenendo in considerazione anche altri elementi come i valori nutrizionali e moltiplicando il tutto per la quantità di carne consumata nel corso di 16 anni. I risultati ottenuti dai ricercatori hanno evidenziato un incremento della mortalità nei soggetti che consumavano grandi quantità di carne.

Per quanto riguarda le carni lavorate, elementi come ferro emico, nitrati e nitriti sarebbero i principali responsabili dell’insorgenza di patologie, mentre nelle carni non lavorate i principali indiziati sarebbero gli agenti carcinogeni che si formerebbero durante la cottura. Le 9 specie di patologie correlate ad un consumo eccessivo di carni rosse sarebbero malattie cardiovascolari, diabete, patologie epatiche e renali, tumori, infezioni, Alzheimer, ictus e malattie respiratorie. Al centro dell’attenzione dei ricercatori non solo gli effetti del consumo di carne sugli esseri umani, ma anche sull’ambiente, considerate le risorse necessarie alla produzione.

Il percorso da seguire per ridurre gli effetti negativi sulla salute e sull’ambiente, sarebbe quindi ridurre il consumo di carni rosse fino a quando c’è ancora la possibilità di scegliere.

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