Vacanze in montagna, attenzione alle vipere, ma senza allarmismi

Inizio l’articolo dalla conclusione, così per tranquillizzare il lettore più ansioso. Sono tantissimi anni che non muore qualcuno per un morso di una vipera. E’ più facile che per shock anafilattico si possa morire (se sensibili o allergici) per la puntura di una vespa. In ogni caso, per una maggiore tranquillità portare sempre con se, in montagna, o nelle scampagnate un bastone, indossare calzature alte e calze. riguardo a supporti medici meglio il Bentelan (per gli insetti) che il siero antivipera (delicato nel trasporto e conservazione), disinfettante (non alcool) e crema a base cortisonica del dopo puntura (sempre degli insetti)”.

In estate durante le passeggiate in montagna è bene camminare sempre sui sentieri, evitare accatastamenti di legna, sassi o fogliame che possono nascondere naturali ma insidiosi pericoli. I serpenti, bisce o vipere sono presenti nelle nostre montagne, campagne, ma anche territori costieri, come esseri nella fauna locale. Sono esseri da sempre vissuti in Italia (tranne in Sardegna) che non darebbero fastidio a nessuno, se non fossero disturbate. Attaccano sempre e solo per difesa. Amano il sole e con la bella stagione è facile scovarne arrotolate  su sassi o rocce.

Le specie: le vipere presenti in Italia sono, la  vipera aspis, la vipera berus (marasso; diffusa sull’Arco alpino fino in alta quota), la vipera Ammodytes (vipera dal corno; diffusa sull’Arco alpino e Prealpino orientale), ed infine la vipera ursinii (diffusa sui Monti Sibillini e Gran Sasso).

Riconosciamole: Tutte hanno una colorazione che va dal grigio scuro, fino al marroncino. I disegni sono tendenti a formare rombi o caratteri sinuosi. Arrotolate si confondono con il terreno.

Aspis, non sono tanto lunghe (70-80 cm), normalmente su colore grigio, hanno la testa con la tipica forma a trapezio appuntito. gli occhi sono laterali e con pupille a fessura. La testa appuntita tende all’insù e presenta scaglie verticali. Amano stare al sole sopratutto la mattina, (e sono queste le ore in cui è più pericolosa), mentre nelle ore più calde si trovano nel sottobosco comunque lontano dall’umidità. Normalmente tendono ad allontanarsi dall’uomo. Se si incontrano basterà aspettare che si allontanino senza fare movimenti bruschi, o al limite indietreggiando lentamente. Altri punti in cui la si può incontrare sono ruscelli o fontane, dove come tutti gli esseri viventi cerca l’acqua.

La più pericolosa è la vipera dal Corno, la più lunga e grossa che si possa incontrare e anche la più velenosa.  Appartiene alla famiglia Viperidae, diffuso in Europa, principalmente in Italia, Francia, Svizzera e Austria.  Il nome comune deriva da un’appendice carnosa posta sulla punta del muso.

Berus: si distingue dalla vipera Aspis per le dimensioni, essendo più grande e per il corpo ricoperto di squame. E’ meno diffusa, ma ugualmente presente nel territorio italiano, principalmente nella zona nord est delle Alpi.

Ursini: La sua lunghezza media va dai 30 cm ai 50 cm. Le femmine sono solitamente più grandi dei maschi. La lunghezza massima documentata di questa specie è di 80 cm. E’ praticamente innocua per l’uomo. Tende a nascondersi o evitare il contatto con l’uomo. Quando fugge lo fa lentamente, ma mai sottovalutarne le reazioni.

In caso di morso: innanzitutto Riconosciamolo

Se si è morsi da un rettile, bisogna capire di cosa si tratti. Una vipera presenta caratteristiche specifiche. Guardarla e riconoscerla è essenziale. Il morso avviene principalmente (per fortuna agli arti inferiori – un morso al corpo, al collo è assai più pericoloso). Il 20% dei morsi sono “morsi secchi”,  senza inoculazione del veleno, che serve all’animale per cacciare. L’uomo – lo sa bene – non può essere suo cibo e la vipera non spreca la sua arma più  preziosa.

I SEGNI:  due principali dei denti veleniferi, e diversi laterali degli altri  a formare una V.

SINTOMI SUCCESSIVI AL MORSO: Caratteri distintivi di un morso velenoso oltre all’arrossamento localizzato che si trasformerà in poco tempo in bluastro, espandendosi rapidamente, il gonfiore, formicolio, dolore, Entro un’ora iniziano a comparire anche gli effetti successivi, quali  nausea, vomito (a volte con sangue), dolori muscolari, diarrea, collasso cardiocircolatorio, shock con perdita di coscienza. I bambini e gli anziani sono i soggetti più a rischio per la minore massa e resistenza.

Chi viene morso deve essere messo seduto se non anche sdraiato e tenuto calmo per non far diffondere il veleno. Il morso va lavato e disinfettato (non alcool che velocizza la distribuzione del veleno). La zona va premuta per far uscire la maggior quantità di veleno insieme al sangue. Parte del sangue dovrebbe essere asportato con una siringa appositamente strutturata (mai succhiare o tagliare come nei film, aumenta solo la diffusione ad altri del veleno o sparge il veleno). Andranno tolti gli oggetti (se mano, anelli, bracciali orologi) o scarpe. Dovrà essere posto un laccio, non troppo stretto per limitare la diffusione linfatica ma non sanguigna. Lo stesso laccio dovrà poi essere spostato più a monte alla comparsa del gonfiore. le operazioni non dovranno avvenire di fretta, per non creare un effetto onda.

Trasportare il prima possibile chi è stato morso al più vicino punto di primo soccorso telefonando e avvisando dell’accaduto, così da allertare il Centro.

Quanto al Siero, di cui parlavamo all’inizio, viene perlopiù sconsigliato. Oltre al dosagio, lo stesso deve essere mantenuto ad una temperatura tra i 2 e i 6 gradi, altrimenti perde d’efficacia e può diventare anche pericoloso.

Attenzione ai bambini. La montagna è bella ma può essere insidiosa. Rispetto della natura e delle sue regole. Noi non siamo gli unici abitanti del pianeta e ognuno di noi deve avere una propria collocazione rispettando gli spazi altrui.

I bambini fanno di tutte le aree zone di gioco, raccolta fragole, mirtilli o lamponi. Tutto giusto, ma muoversi con calma e con un bastone, indossando la giusta attrezzatura e magari leggendo queste poche righe.

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