Qualche nozione storica sui massaggi

Prima di indagare la storia del massaggio vale la pena di rivisitare l’etimologia della parola, che sembra derivare dal termine greco “masso”, che indica l’atto del maneggiare o dell’impastare; un’altra ipotesi, tuttavia, propende per un riferimento a “mash”, parola araba correlata al premere e al frizionare. Qualunque sia l’espressione originale, certo è che sin dai tempi più antichi sono noti gli effetti benefici che tale pratica garantisce, sia dal punto di vista fisico che a livello psicologico: anzi, non è sbagliato sostenere che sia proprio con il massaggio che è cominciata l’arte medica.

I massaggi in Cina

Il Kong Fou è un testo cinese che risale a quasi 5 millenni fa: già nel 2698 avanti Cristi venivano illustrate diverse tipologie di massaggio e veniva fornite una descrizione di vari esercizi fisici, che avevano l’obiettivo di garantire un equilibrio perfetto per il corpo e per la mente. Un altro testo importante è L’Ayur-Veda, che è del XVIII secolo avanti Cristo: in esso Brahama invita i propri discepoli a praticare il massaggio a fini igienici. Spostandosi di qualche migliaia di chilometri, si arriva alla letteratura medica dei Giapponesi, ma anche a quella dei Persiani e degli Egiziani: in ognuna di esse sono presenti riferimenti ai vantaggi che derivano dai massaggi. Ovviamente i primi medici avevano ancora competenze modeste a proposito delle funzioni del corpo, eppure basandosi solo su quello che sapevano riuscivano a sfruttare a fini terapeutici l’arte del messaggio, non solo per lenire l’affaticamento, ma anche per il trattamento di traumi o malattie.

Ippocrate

Nel 406 avanti Cristo colui che oggi è ritenuto all’unanimità il padre della medicina moderna, vale a dire il medico greco Ippocrate, aveva descritto la cosiddetta anatripsis: in pratica, una frizione verso l’alto eseguita sugli arti, ritenuta più utile della frizione verso il basso. Tale intuizione è importante, poiché è direttamente correlata con il funzionamento della circolazione del sangue e della circolazione linfatica, per la cui dimostrazione tuttavia è stato necessario aspettare fino al Seicento. Ma non è tutto, poiché gli scritti di Ippocrate contengono una ulteriore testimonianza a proposito dei pregi dei massaggi. Secondo il medico greco, che aveva dedicato numerose osservazioni alla massoterapia, il massaggio era una delle attività di cui i dottori dovevano essere esperti: esso veniva ritenuto un rimedio che potesse essere applicato tanto ai mali cronici quanto alle patologie acute, ma anche agli stati di debolezza, in virtù della sua capacità di ridare vigore.

Il Medio Evo

In Oriente non si è mai assistito a una interruzione della tradizione del massaggio: fenomeno che, invece, si è verificato alle nostre latitudini in epoca medievale. In questo periodo, infatti, l’oscurantismo che aveva colpito i Paesi occidentali indusse a rinnegare il culto di tale pratica, per il semplice motivo che i piaceri della carne dovevano essere accantonati e le esigenze del corpo erano oggetto di disprezzo. In un’era in cui l’imperativo era quello di focalizzarsi solo sulla dimensione spirituale, i massaggi perdevano la propria importanza, per ritrovarla in seguito solo nel Rinascimento. Fu nel Cinquecento, infatti, che nell’Europa del Nord e in Francia al massaggio venne attribuito di nuovo valore, anche sul fronte terapeutico.

Il Novecento

Oggi che possiamo frequentare corsi massaggio riconosciuti ci sembra impossibile che essi venissero demonizzati fino a qualche secolo fa: eppure era proprio così. Nel Novecento, poi, le terapie tradizionali a cui si era fatto ricorso per lungo tempo sono state accantonate per fare spazio alla medicina convenzionale, che nel frattempo aveva compiuto passi a gigante: anche per questo si è perso parzialmente il valore terapeutico che contraddistingue il contatto umano. Negli ultimi anni, per fortuna, lo scenario è cambiato, anche in conseguenza del desiderio di un ritorno verso i valori più naturali: così si spiega la rinascita del massaggio in tutte le sue forme.

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