Scoperti i neuroni “taniciti” che regolano la fame. Nuovi strumenti nella lotta ai chili di troppo?

Obesità e sovrappeso, in definitiva i chili di troppo, sono un problema che non deve essere sottovalutato, coinvolge in tutto il mondo tantissime persone, e riduce l’aspettativa di vita contribuendo all’insorgenza di altre patologie che mettono a rischio la salute delle persone. Secondo dati diffusi di recente dall’Università di Washington, ogni anno sarebbero 4 milioni i morti provocati da problemi correlati direttamente a sovrappeso e obesità, con numeri in costante crescita a livello globale.

La situazione cambia a seconda delle persone, ma in generale seguire una dieta bilanciata senza esagerazioni e dedicare del tempo all’attività fisica aiutano a mantenersi in forma, ma in determinati casi può non bastare. E’ in questo contesto che appare importante la recente scoperta di una particolare categoria di neuroni, presenti nel nostro cervello, in grado di regolare la sensazione di fame. Una scoperta che potrebbe aiutare a ideare nuove soluzioni per ridurre il peso in eccesso.

La scoperta è stata fatta di recente da una ricerca effettuata dall’Università di Warwick, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Metabolism. Si tratta dei neuroni “taniciti”, presenti nella zona dell’ipotalamo, descritti come i neuroni che regolano la sensazione appetito nel nostro organismo. La ricerca ha permesso di studiare con attenzione i taniciti dotati di recettori simili a quelli presenti sulla lingua, che consentono di identificare determinati amminoacidi.

Una volta a contatto con due specifici aminoacidi, lisina e arginina, questi particolari neuroni inviano un segnale al cervello che regolano l’appetito, dando quindi un senso di sazietà. Da questo si deduce che determinati alimenti che contengono questi amminoacidi, come lenticchie, merluzzo, sgombro, albicocche, mandorle, avocado e molti altri, sono in grado di attivare questi neuroni facendo sorgere quel senso di sazietà che porterebbe, quindi, a mangiare di meno.

Nonostante siano necessari ulteriori approfondimenti per comprendere meglio questo fenomeno, è innegabile come le opportunità ipotizzabili per il futuro potrebbero essere molte. Studiare diete composte da cibi contenenti aminoacidi in grado di stimolare i recettori dei taniciti, potrebbe diminuire l’appetito spingendo a mangiare di meno e, quindi, rendendo più semplice perdere chili di troppo.

Allo stesso modo, tuttavia, potrebbero anche essere realizzati appositi farmaci in grado di attivare questi neuroni, quando necessario, per ridurre la fame e facilitare il dimagrimento. In ogni caso le opportunità fornite da questa scoperta potrebbero, in futuro, rivelarsi un valido aiuto nella lotta a problemi come obesità e sovrappeso che entro i prossimi anni riguarderanno un numero sempre maggiore di persone.

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