Porsche 356 – 4 cilindri boxer la storia della Spider e coupè made in Germany

 

La Spider Tedesca, tra le più famose al mondo nacque in Austria, con i primi disegni, già nel 1930. Ferdinando Porsche proprio  presso la sede Dalmier-Mercedes  austriaca aveva collaborato con giovani designer e ingegneri locali. Fu il figlio Ferry a proseguire nell’opera di industrializzazione del progetto paterno, pur continuando a costruire per commesse esterne –  che aiutavano finanziariamente – la nascita di un sogno. Il progetto si concretizzo partendo dalla base di una vettura Volkswagen, la Maggiolino. Partendo dalla base tecnica della storica vettura, venero apportate delle modifiche al motore (inizialmente lo stesso potenziato), un 1.1 da 40 CV. Del progetto 356 grossa differenza era la carrozzeria in alluminio, che permetteva alla vettura prestazioni di tutto riguardo, con una velocità massima di ben 140Km/h. Il primo prototipo uscì dalla fabbrica di Gmund nel 1948. La produzione si trasferì ben presto in Germania per aumentare la produzione almeno a 10 unità mensili. Nel marzo del 1049 al Salone di Ginevra venne ufficialmente presentata ed entrò in produzione nel 1950. L’affermazione definitiva del modello avvenne grazie alle gare. Il successo fu definito da specifiche uniche. Il telaio leggero,  motore da 1086 cc 40CV a 400 giri 2 valvole in testa  e due carburatori invertiti solex. Il cambio con terza e quarta marcia sincronizzate.  Un vero successo Planetario (per l’epoca).

Nel 1951 la 356B acquisisce un nuovo propulsore, quello che identificherà per sempre il Marchio Tedesco. Un nuovo quattro cilindri Boxer di 1286 cc con una potenza appena superiore alla precedente versione. 44 CV. Ma debutterà anche il 1582 da 55 CV oppure 70 CV in base alle versioni.  Le prestazioni salirono arrivando a velocità massime di 175 Km/h.

Nella versione del 1952 la vettura cambiò sostanzialmente, oltre che nelle parti meccaniche, anche nell’estetica, diventando molto più ricercata. Venne introdotto il parabrezza curvo, con il deflettore anteriore. cambiarono le luci, sia anteriori, che posteriori. Nel paraurti posteriori, c’erano annegati (come nelle ultime versioni dei Crossover odierni) gli scarichi, che si fondevano nei rostri, quale  elemento funzionale ed estetico.

Nel 1955 l’ultima evoluzione di un modello storicamente unico, e tecnicamente simbolo di un marchio e fondamenta del Marchio Porsche. Dalle ceneri della 356 nascerà la 911, che è storia dell’altro ieri. Il propulsore che venne introdotto fu un boxer bialbero sempre 1.5 di cilindrata, con potenze (secondo le versioni) di 115 Cv e 130 CV. La 356 A divenne la versione più ricca elegante ed accessoriata, per una vettura di questo genere. Nuova la plancia, con tre elementi circolari, ruote da 15”. Due le versioni, coupè e cabriolet. La 356 rimase in produzione fino al 1959, totalizzando complessivamente 20626 unità prodotte.

L’ultima versione venne allestita con due motorizzazioni: un 1300 cc da 44 CV e un 1600 cc (che sostituiva il precedente 1500) con 90 Cv. Si chiamava proprio “Super 90“. Arrivo a sfiorare le 31.438 unità vendute fino al 1962. La 356 B introdusse tante novità telaistiche (i materiali) e propulsive. Arrivò poi una declinazione che divenne un sinonimo, “Carrera 2000“, ancor oggi in uso, per i modelli  Porsche. Con lei debuttarono i Freni a disco. Le velocità raggiunsero i 175/ 185 Km/h.

 

La 356 C fu l’ultima delle auto di questo modello. Venne prodotta per ben 15 anni. Ne vennero costruite ben 70.000, cifra da ricordare per una vettura di questa categoria. Ma all’orizzonte – come anticipato – stava per arrivare la 911 e siamo arrivati al 1965.

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