Trump assolto dall’accusa di impeachment

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato assolto dal Senato dalle accuse di abuso del potere e di ostruzione al Congresso, la formulazione delle quali aveva spinto la Presidentessa della Camera dei Rappresentanti ad avviare il procedimento di impeachment nei confronti del tycoon nel settembre dell’anno scorso.
Dopo un anno di indagini e di polemiche, al momento della decisione finale, il Senato ha votato contro la condanna per entrambe le accuse. Di conseguenza, Trump potrà restare nella Casa Bianca fino alla regolare scadenza del mandato senza essere destituito anzitempo.

Questo è stato il terzo caso di messa in stato di accusa rivolta ad un Presidente degli Stati Uniti: prima di Donald Trump, erano infatti stati incriminati Andrew Johnson e Bill Clinton. Anche questi ultimi furono infine assolti.

Tornando alla più stretta attualità, occorre riferire brevemente circa i fatti sui quali sono state basate le accuse.
Secondo un informatore, Donald Trump avrebbe esercitato delle pressioni su alcuni Stati esteri, su tutti l’Ucraina, per ottenere un vantaggio politico personale. Nello specifico, il Presidente avrebbe imposto al governo ucraino, minacciando il ritiro del sostegno militare a favore del paese est europeo in caso di rifiuto, di effettuare delle ricerche su Joe Biden, ex vicepresidente degli Usa durante il mandato di Barack Obama e candidato democratico alle elezioni presidenziali del 2020, e suo figlio Hunter. La raccolta di informazioni su questi due personaggi era logicamente volta a gettare fango su coloro che saranno gli avversari politici di Trump durante le prossime elezioni.

Le votazioni effettuate a riguardo, sia da parte della Camera dei Rappresentanti che del Senato, hanno rispecchiato la suddivisione partitica dei rami del Congresso. Infatti la prima, formata da una maggioranza democratica, ha sostenuto la messa in accusa. Al contrario il Senato, nel quale vi è la prevalenza del partito Repubblicano, ha votato contro la condanna, decretando l’assoluzione finale del Presidente proveniente dalle loro fila.

Tuttavia tra i repubblicani del Senato vi è stata un’eccezione, una voce fuori coro che ha fatto molto rumore. Si tratta di Mitt Romney, il quale viene ricordato per aver gareggiato e perso contro Obama nella corsa alla Casa Bianca nel 2012.

Il Senatore Romney ha optato per un “voto disgiunto”, rivelandosi infatti favorevole solo all’incriminazione di abuso di potere e non appoggiando invece quella di ostruzione al Congresso. Egli stesso ha in seguito dichiarato di essere ben conscio di quali conseguenze politiche dovrà affrontare a causa del suo gesto di rottura nei confronti di Trump, ma che comunque la sua integrità morale non gli avrebbe mai permesso di esercitare il suo diritto di voto, espressione del diritto di voto dei milioni di cittadini che si trova a rappresentare nelle vesti di Senatore, in funzione di interessi di partito.

In conclusione, il Presidente Donald Trump rimarrà tale fino alle prossime elezioni, durante le quali sarà il popolo (attraverso il metodo indiretto consistente nella votazione da parte dei cittadini del Collegio elettorale che a propria volta voterà uno dei candidati in corsa per la Presidenza) a decidere se rinnovargli la fiducia o meno.

Al momento sembra alquanto probabile che la vicenda dell’impeachment eserciterà una notevole influenza sull’esito delle elezioni, in quanto è stato questo un caso che, per la rarità e la gravità delle accuse formulate, ha lasciato un profondo segno nella collettività americana.

 

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