Melegatti e il miracolo di Natale. Oltre 1.5 milioni di pandori venduti, ma la crisi non è ancora finita

Le festività natalizie si stanno avvicinando e come ogni anno milioni di persone trascorreranno questo periodo di festa in compagnia di familiari e amici, tra cenoni e cibi a tema che non mancheranno sulle tavole di milioni di italiani. Uno dei prodotti che, più di ogni altro, rappresenta il Natale è certamente il panettone che arriva nei negozi in vista di questo periodo.

In questi ultimi mesi, ha fatto molto parlare la situazione in cui versa la celebre Melegatti, l’azienda veronese fondata nel 1894 da Domenico Melegatti che per primo ha depositato la ricetta del Pandoro, che presenta la classica forma di una stella a otto punte. L’azienda sta vivendo un periodo di crisi che, nei mesi scorsi, ha raggiunto l’apice da quando ha smesso di pagare i suoi dipendenti dall’agosto scorso. In occasione delle festività, tuttavia, grazie all’investimento di un fondo maltese e la mobilitazione sui social, è ripresa la produzione registrando oltre 1.5 milioni di prenotazioni. Ma la tempesta non è ancora del tutto passata.

La crisi finanziaria della Melegatti esiste già da diverso tempo ma negli ultimi mesi è peggiorata, tanto da portare nel mese di ottobre alla chiusura dello stabilimento di San Giovanni Lupatoto. Fortunatamente nelle ultime settimane la mobilitazione dei dipendenti, supermercati e persone comuni ha avuto un effetto positivo. Un fondo maltese ha deciso di investire nell’azienda permettendole di ripartire.

Le prenotazioni hanno quindi superato la cifra record di 1.5 milioni di pandori prenotati, prolungando la produzione fino ad oggi, 11 dicembre, il confezionamento fino a domani e le consegne fino al 13 dicembre. Si tratta di risultati che fanno ben sperare per il futuro ma senza abbandonare la prudenza, evitando quindi di produrre troppi prodotti per non rischiare giacenze.

Se la campagna natalizia ha avuto successo, bisogna ricordare che il periodo di crisi non è ancora del tutto passato. Adesso l’obiettivo è di puntare alla campagna delle colombe pasquali. Gli investimenti sarebbero già pronti, ma prima è fondamentale che, entro marzo 2018, venga presentato il piano di ristrutturazione del debito che dovrà essere approvato dai creditori.

Nel caso in cui tutto dovesse andare per il verso giusto, si potrà dire che la Melegatti è salva e, di conseguenza, anche i 300 posti di lavoro che comprendono dipendenti a tempo indeterminato e stagionali che, nei mesi di crisi, hanno continuato a mantenere in vita lo storico stabilimento dell’azienda. Nel frattempo prosegue la campagna di mobilitazione sui social attraverso gli hashtag #NoisiamoMelegatti e #NataleConMelegatti.

Commenta