Lauretta accoltellata e gettata in un pozzo a Siracusa. Confessa il compagno

Abbandonata a tre anni dalla madre, Laura Petrolito, Lauretta era conosciuta da tutti a Canicattini Bagni, l’intero paese l’aveva adottata. Ora tutti la piangono, dopo la sua morte a soli 20 anni, uccisa e gettata dentro ad un pozzo nella campagna di Stallaini. A confessare l’atroce omicidio il suo compagno, Paolo Cugno di 26 anni “Litigavano – dicono in paese – ma come fanno tutti i giovani, mai alcun gesto di violenza”. Solo venerdì scorso la ragazza insieme all’assistente sociale che la seguiva da 17 anni aveva annunciato al Sindaco Marilena Miceli, che Paolo aveva trovato un lavoro più stabile e che volevano affittare una casa insieme. La ragazza a 16 anni aveva avuto un bambino, dato poi in affidamento alla nonna paterna, in attesa che lei potesse prendersene cura da sola. Con Paolo, una storia che durava da due anni, aveva avuto un figlia 8 mesi fa che i due crescevano insieme nella casa dei genitori di lui prima e di suo padre fino alla sua scomparsa. Alcuni parenti raccontano però di una storia travagliata tra i due, a volte anche violenta ma senza che lei sporgesse mai denuncia.

Una vita travagliata ma finalmente serena. Sabato sera la coppia aveva lasciato il figlio al nonno materno per poter fare una passeggiata in paese. Alle 21 il nonno ha chiamato sua figlia perché il bimbo aveva fame, ma il telefono risultava spento. Anche Paolo era irraggiungibile e così ha chiesto aiuto alla famiglia di lui. Alle 22 le due famiglie, spaventate dal lungo silenzio, si sono recate dai carabinieri e le ricerche sono durate fino alle 5 di notte. I due risultavano scomparsi, come la loro macchina.

Alle 7 di mattina il padre di Paolo è andato in campagna e ha trovato suo figlio in una piccola strada. Le ricerche sono quindi ripartite da lì, notando un pozzo con il coperchio manomesso, dove poco dopo è stato ritrovato il cadavere della ragazza.

Paolo è caduto in un silenzio agghiacciante ma dopo le 22 di ieri ha confessato di aver ucciso la giovane donna accoltellandola e gettandola poi nel pozzo. Sul luogo i militari hanno ritrovato anche il coltello e la maglietta insanguinata dell’assassino. Una seconda tragedia legata al femminicidio dopo 4 anni dall’omicidio  di Marisa Ton, l’infermiera di 36 anni accoltellata dal marito per gelosia.

Dopo i riscontri del medico legale, è emerso che le coltellate sono state almeno 6 al collo e al petto e che l’assassino ha cercato di nascondere il cadavere, spingendolo nel pozzo e cercando di farlo arrivare sul fondo senza però riuscirci. Al momento si ritiene che il movente sia la gelosia dell’uomo nei confronti della compagna.

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