Dopo la Follia Turca, anche la Russia accetta i Maltrattamenti, stavolta in Famiglia

Dopo le recenti notizie arrivate dalla Turchia,  che ora sembrerebbero in parte essere rientrate, relative alla proposta di legge delle cosidette “Spose bambine” (ora al vaglio di una Commissione preposta, che dovrà determinarne la sensatezza. Tale legge avrebbe permesso a chi avesse avuto un rapporto – senza specificare se fosse stata violenza o rapporto consensuale – con una minore, di porvi riparo con il matrimonio), c’è un nuovo caso che sta infervorando l’opinione pubblica e che riguarda la Proposta di legge – stavolta Russa – che qualora il Marito picchiasse  moglie e figli non compirebbe più reato.  Subito c’è stato un apostrofare  tutto come la depenalizzazione dei maltrattamenti in famiglia e l’autorizzare la violenza.  Come per la Turchia vanno fatti dei distinguo e delle precisazioni. Il sensazionalismo apre le strade alla curiosità, ma lascia anche spazio a distorsioni e male-interpretazioni.

La Duma, o  Camera bassa del Parlamento Russo, ha proposto di depenalizzare i “maltrattamenti in famiglia” declassandoli a illecito amministrativo. Ora sta al Senato rendere questa proposta valida fino al parere definitivo del Presidente Putin, o rinviarla alla Camera per i cambiamenti.

Nello specifico tale proposta – presentata  dalla deputata Ielena Mizulina, declassa i maltrattamenti familiari da reati penali a sanzioni amministrative. Sono stati ben 380 voti a favore e soli 3 contrari.

Secondo il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, la depenalizzazione dei maltrattamenti in famiglia è una “condizione per creare famiglie forti”. Anche sondaggi effettuati sembrerebbero da ragione ai membri dell’istituzione”. Il 59% dei russi è a favore del disegno di legge, mentre il 33% è contrario. Comunque, il 79% dei cittadini della Federazione russa ha un atteggiamento negativo verso qualunque violenza in famiglia.

La “quasi legge” è stata aspramente criticata dagli attivisti per la difesa dei diritti dell’uomo. Tale legge prevede che le violenze costituiscano reato solo se chi le ha commesse sia già stato condannato per lo stesso motivo. In caso contrario potranno essere puniti tali atti  con una sanzione Amministrativa. I legislatori sono invitati a rifiutare una legge “pericolosa” che potrebbe depenalizzare tutti gli atti di violenza dentro le mura familiari, con l’eccezione di stupro e gravi danni fisici.

La stessa senatrice Ielena Mizulina, che all’inizio aveva promosso tale normativa, ne ha visti stravolti propositi ed intendimenti. Ciò che doveva essere uno strumento che tutelasse la famiglia, è diventata un’arma contro la stessa.  L’attuale legge in vigore prevede una reclusione fino a due anni. La paura di molti è che da questa legge possa derivare l’impunibilità sulle violenze, quali stupro e violenze fisiche in genere.

Yulia Gorbunova di Human Rights Watch  (HRW) ha detto: “Il passaggio di questa legge sarebbe un enorme passo indietro per la Russia. Le vittime di violenza domestica già devono affrontare enormi ostacoli per ottenere aiuto o la giustizia. Il disegno di legge la violenza domestica ridurrebbe le sanzioni per coloro che abusano e metterebbero ancora più a rischio l’incolumità di coloro che dentro le mura di casa sono vittime”.

Vediamo come va a finire. Però certo è che se la violenza è legittimata all’interno delle mura di casa, dentro la famiglia, scade tutto ciò che riporta al concetto di nucleo/nido/certezza/sicurezza/formazione. I valori che si potrebbero trasmettere non aiutano certo a costruire caratteri e valori di uomini e donne della popolazione del futuro.

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