Coronavirus: come sta andando la “Fase 2”?

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Sono passate ormai due settimane da quanto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato in una conferenza stampa che l’emergenza Coronavirus in Italia stava entrando nella cosiddetta “Fase 2”. Ossia la parte dell’epidemia dove i contagi diminuiscono sensibilmente.

14 giorni esatti dal 4 al 18 maggio in cui la faccia del paese è cambiata profondamente, ricominciando a popolare le piazze e dando sfoggio di alcuni piccoli sprazzi di normalità. Nel mentre è però montata una feroce polemica sulle riaperture. Il solito terribile dilemma tra esigenze sanitarie ed economiche (che si riverseranno poi per forza di cose sul sistema sanitario e sociale).

Ma come sta andando questa Fase 2? Davvero il Coronavirus sta scomparendo oppure si sta semplicemente nascondendo, in attesa di una ripresa delle interazioni sociali per poter ricominciare a diffondersi tra la popolazione? Questo è impossibile dirlo, difatti manca una casistica a disposizione per poter confrontare i dati di epidemie precedenti (forse il solo caso della Spagnola nel ’18).

Però possiamo guardare alla curva dei contagi, dei guariti e dei morti rispetto ad uno e due mesi fa per osservare se davvero le misure allentate hanno vanificato quanto fatto nelle ultime, durissime settimane. Partiamo da 30 giorni fa, il 18 aprile.

Quel giorno il numero di tamponi positivi era stato 3491, un numero molto diverso dai 451 di oggi, mentre i morti purtroppo erano stati 482, rispetto ai 99 della data odierna. Il picco in quel momento era già passato e la curva dei contagi cominciava a scendere mentre il numero di deceduti da Coronavirus è influenzato e mostra un “ritardo” dal fatto che spesso la malattia richiede lunga ospedalizzazione.

Motivo per cui ogni giorno persone decedute potrebbero essere in realtà malate da settimane intere ed il dato potrebbe risultare errato dando una percezione alterata dell’andamento. Passiamo invece a due mesi fa, il 18 marzo.

La situazione in quel momento era estremamente diversa, i contagi furono 5332, l’Italia era a momenti dal picco e registrava in una sola giornata purtroppo 1084 persone decedute. Uno dei numeri più alti dall’inizio dell’epidemia.

In quei giorni si consumava uno dei momenti più drammatici della Storia moderna di questo paese, con le terapie intensive stracolme e il sistema sanitario che cominciava ad arrancare profondamente. Ora la situazione è decisamente cambiata per noi, discorso diverso per le famiglie dei 99 morti da Coronavirus di oggi.

Ecco perché proprio ora è necessario, visto che non abbiamo più lo Stato che ci controlla appena mettiamo piede fuori di casa, mostrare buon senso. Un atteggiamento diverso dall’ultimo giorno di libertà che molti di noi hanno vissuto, ossia quello della grottesca fuga da Milano quando fu dichiarata la zona rossa in alcune regioni del Veneto e in tutta la Lombardia.

Un’occasione per ricostituire il tessuto sociale e dare forte dimostrazioni di rigore, rispetto reciproco e solidarietà. Non sprechiamola e rendiamo giustizia alle 32.007 persone che fino ad oggi hanno perso la vita in questa emergenza Coronavirus, nella Fase 1 o nella Fase 2 che sia.

Fonte: Protezione Civile

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