Franco Battiato ci ha lasciato questa notte: addio al “maestro” italiano

Franco Battiato ci ha lasciato questa notte, nello sconforto più totale di tutto il pubblico italiano. La causa è stata una malattia contro la quale combatteva da tempo, nella massima riservatezza.

Aveva da poco compiuto 76 anni, Franco Battiato, uno degli artisti più apprezzati e versatili del mondo della musica italiana, capace di spaziare tra più generi mettendo sempre in gioco la sua grande sensibilità. Non era solo un cantautore ma anche compositore, pittore e regista, qualità che gli valsero l’appellativo di “Maestro“. Conosciuto da tutti per brani come “La cura” o “Centro di gravità permanente“, più di 50 anni fa firmò il suo primo contratto discografico a Milano, grazie anche all’aiuto di Giorgio Gaber, suo grande amico. Si è sempre distinto per la sua ironia, per la sua musica libera e provocatrice che lo ha reso un artista unico. Durante gli anni sessanta ci ha proposto il pop, successivamente si avvicina al rock progressivo, per poi scegliere la musica leggera e le canzoni d’autore. Un uomo pieno di passioni, tra cui l’esoterismo e la filosofia, ma anche la politica, tanto che tra il 2012 e il 2013, ebbe una breve esperienza come assessore al turismo della regione Sicilia, presso la giunta di centrosinistra, di Rosario Crocetta, senza voler ricevere alcun compenso.

Al di là delle doti musicali, la grande capacità di Battiato fu quella di proporre continuamente rinnovamenti, idee all’avanguardia che rompessero i cardini delle concezioni tradizionali di questa arte. Negli anni ’70 ebbe il coraggio di realizzare album sperimentali come “Pollution” e “Fetus“, un connubio di rock contemporaneo e musica elettronica, una vera e propria scoperta per il panorama italiano. Il suo stile sempre diverso e a tratti bizzarro, generava spesso vivaci reazioni da parte del pubblico durante le sue esibizioni, forse non ancor pronto per quel tipo di stravaganza. Praticava spesso la meditazione, trovando il suo equilibrio interiore grazie all’ascolto quotidiano di musica classica e sinfonica che lo ha accompagnato durante tutto il suo percorso umano e artistico. Nel 1967 fece la sua prima apparizione televisiva, con Gaber e Caterina Caselli, nel programma “Diamoci del tu“. Il grande successo fu raggiunto verso i primi anni ottanta. Il pubblico si stava abituando a quella versatilità e contaminazione musicale. Nel 1981 pubblica l’album “La voce del padrone“, contenente “Bandiera bianca” e “Centro di gravità permanente“, due brani altamente sperimentali ma che riuscirono finalmente ad entrare concretamente nei cuori degli italiani. Curiosa è l’ispirazione per “Centro di gravità permanente” alle teorie psicofisiche di Georges Ivanovič Gurdjieff, filosofo armeno che parlava a tal proposito del centro interiore dell’uomo, inteso come punto di equilibrio  per il controllo di emozioni e istinti. Il percorso musicale di Battiato prosegue nel corso del tempo con molti altri progetti e collaborazioni di spessore: Pino Daniele, Claudio Baglioni, Tiziano Ferro e i CSI. Questo percorso  è stato condito da apparizioni teatrali, collaborazioni col mondo del cinema e una parentesi da regista.

Franco Battiato non era tagliato per la vita mondana, tanto che da anni si era ritirato nella sua dimora a Milo, in Sicilia, dove per qualche tempo fu vicino di Lucio Dalla. Nonostante la sua età è rimasto un punto di riferimento anche per le generazioni più giovani, come esempio di originalità e avanguardia e cultore dell’intelligenza umana.

I funerali si svolgeranno in forma privata, come comunicato dalla famiglia.

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