160 le specie estinte: la colpa è dell’uomo

L’estinzione, così come la morte, fa parte della vita ed è un imprescindibile fenomeno naturale che avviene con una certa ciclicità. Circa il 99% delle specie esistite sulla Terra sono morte, a causa di fattori differenti come le alterazioni dell’ambiente o la comparsa di nuove specie, dando luogo ad un costante ricambio. Mai come oggi però, almeno in base a quello che si sa, le specie si sono estinte ad un ritmo così sostenuto.

Secondo molti esperti è in corso la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, che non ha ancora raggiunto la soglia di specie scomparse che caratterizza questi fenomeni, ma che procede ad un ritmo superiore a quella delle precedenti cinque grandi estinzioni. In condizioni normali il “tasso di speciazione, ovvero la nascita di nuove specie, è superiore al tasso di estinzione”, ha scritto il giornalista scientifico Pietro Greco, e ogni anno scompaiono da una a dieci specie. Negli ultimi cento anni però questa cifra ha avuto una crescita esponenziale e attualmente scomparirebbero almeno mille specie all’anno. Il fattore scatenante di questa grande estinzione, è ormai noto, è l’uomo, che in un irrisorio lasso di tempo ha devastato interi ecosistemi, cacciato fino all’estinzione numerosi animali, introdotto specie invasive e alterato la composizione dell’atmosfera e gli equilibri climatici e chimici degli oceani.

Nel decennio appena concluso l’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha classificato come definitivamente estinte 160 specie. Ma, per il Wwf probabilmente questo numero elevato “Rappresenta una sottostima, sia per la difficoltà di ricerca sia per la poca conoscenza riguardo alcuni gruppi tassonomici, considerati minori”. Si tratta perlopiù di specie poco note e poco carismatiche, come diversi invertebrati, e la maggior parte di loro sarebbe estinta da molto tempo. In genere, ci vogliono infatti decenni senza avvistamenti prima che una specie si possa dichiarare effettivamente estinta. A farne le spese sono state soprattutto le specie delle isole, luoghi in cui l’evoluzione ha creato ecosistemi unici e fragili, dove spesso gli uccelli sono cresciuti in dimensioni e, per mancanza di predatori, hanno perso la capacità di volare.

 Il Wwf, inoltre afferma che “Circa il 25% delle 93.579 specie elencate nella lista rossa della Iucn come vulnerabile, in pericolo o in pericolo critico, sono minacciate di estinzione globale. E noi non possiamo stare a guardare mentre perdiamo altre specie iconiche come la tigre, l’orso polare o il koala”. La lista delle specie scomparse, direttamente o indirettamente, a causa dell’Homo sapiens è sterminata e va aggiornata costantemente. Dall’estinzione non c’è ritorno e la scomparsa di una specie determina la definitiva scomparsa di un particolare tassello del mondo vivente, evolutosi e adattatosi in un determinato ambiente, rappresentando così una perdita per la vita sulla Terra in generale (leggi anche Quando le api scompariranno all’uomo resteranno solo quattro anni di vita ).

160 le specie estinte negli ultimi 10 anni | WWF Italia

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