Silenzio Stampa Michael Schumacher

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Quali sono le condizioni di Michael Schumacher? Dopo mesi di inquietante e poco rassicurante silenzio, alcuni Media hanno fatto trapelare, venendo meno alle richieste della Famiglia, indiscrezioni e notizie spesso frutto di fantasia. Corinna, la moglie di Michael,  ha querelato due riviste tedesche colpevoli di aver mercificato fatti privi di fondamento circa lo stato di salute dell’ex pilota e in ogni caso in contrasto con le richieste di massima privacy precedentemente volute.

Ciò che dolorosamente si può ad oggi riportare è che la situazione di Michael Schumacher è davvero difficile. Gli sforzi e tutto ciò che è stato intrapreso dalla sua famiglia hanno portato probabilmente a miglioramenti  limitati. Il danno celebrale, purtroppo, ha lasciato traccie forse troppo estese per una ripresa che consenta ad un uomo una vita degna e serena.

Tutto è cominciato quel terribile 29 dicembre 2013. Lui che aveva rischiato la vita migliaia di volte in auto, in moto, col paracadute, nelle immersioni o anche più semplicemente a cavallo, lui, Michael Schumacher, un mito, una leggenda, idolo per migliaia di persone, a seguito di una caduta sugli sci, in una zona non delimitata della pista (non si sa se per aiutare o meno una bambina, o per praticare fuori pista, o per un banale errore), colpendo un masso affiorante dalla neve con il casco (anche qui non si sa bene se avesse sul casco una fotocamera GoPro, che ha sfondato il casco stesso), ha praticamente concluso quella che è stata la sua vita, piena di gioie, di sacrifici, di lotte, di vittorie, di passione, di trionfi.

L’uomo che ha rappresentato negli anni il simbolo di una rinascita per l’Italia – la Ferrari – ma che ancor più ha rappresentato se stesso. Ha dimostrato come un ragazzo semplice proveniente da una cittadina, Kerpen, pieno di passione, potesse riuscire a realizzare il proprio sogno. La crescita in Mercedes, l’opportunità in Jordan, poi Benetton, con i risultati e i primi due titoli mondiali, poi la passione per la  Ferrari, con la conquista di altri 5 Titoli Mondiali.  L’amore per la Rossa  mai sopito e anche un po’ rimpianto. La vita andava avanti, c’era la Vita vera fuori dalle corse, Corinna e i due Figli, Gina Maria e Mick che crescevano velocemente.

Dal 2006 e definitivamente dal 2012 Michael sembra essersi convertito ad una vita “normale”. Milionario come pochi, poteva permettersi di fare e girare in lungo e largo il pianeta. Le risorse economiche erano praticamente inesauribili, o così sarebbe potuto sembrare. Il destino aveva in serbo uno scherzo tremendo. La vita da e la vita toglie. Lui ha perso molto di più di quanto aveva potuto vincere. Un uomo amato, odiato, invidiato, che aveva suscitato sempre sentimenti forti, sia di ammirazione che di disprezzo, è ora ricordato da tutti come una persona sfortunata.  Nella sua villa da sogno, le giornate passano lente. Non c’è più l’allegria  e lo sfarzo di cui avrebbe potuto circondarsi. Ma non sono i valori materiali che se ne vanno. In fondo, per chi viene dal basso, anche se è duro ci si può riabituare a tornarci anche se con dolore, ma  abbracciati a chi si ama.

Nella sua Camera/Ospedale Michael sicuramente lotta. Lotta come sempre ha fatto in pista e negli allenamenti. Lui non mollava mai e se chi abita dentro quel corpo ancora possiede elementi riconducibili a Michael Scumacher, non mollerà mai. Certo, corpo e riflessi, muscoli e attenzione sono stati notevolmente danneggiati.

HOUSE of Michael Schumacher (GER)

A Gland, nella villa sul lago di Ginevra, la riabilitazione continua. Ci sono Neurologi, fisioterapisti e logopedisti che si alternano in turni da mesi. Tutto è supervisionato e coordinato dal Prof. Richard Frackowiack. Quale sia il reale stato di salute di Michael non è dato sapere. Le voci che si sono rincorse per mesi, parlavano di uno stato a volte in miglioramento, altre in condizioni statiche. Quello che sarà è un fatto strettamente privato, come avviene per ogni famiglia comune colpita da drammi di questa portata. Il rispetto umano deve prevalere sul sensazionalismo per notizie che poi  non risolvono la vita dei lettori, ma solo la crudele curiosità.  Il dramma umano della famiglia Schumacher deve essere rispettato.

Oggi ho voluto parlare di qualcuno al quale, pur non conoscendolo personalmente, sono in qualche maniera affezionato. Le sue imprese e – per quel poco che seguivo – le sue vicende umane sono corse parallelamente alla mia vita. Siamo coetanei, abbiamo avuto entrambi due figli e per certi versi, pur non avendo mai avuto nei suoi confronti invidia, avevo sempre provato per lui una sensazione più vicina all’orgoglio. Lui ce l’aveva fatta. Lui aveva materializzato un sogno che io non avevo mai neppure provato a percorrere, ma che sarebbe stato il mio, come per tanti altri ragazzi, il mio sogno di una vita. Aveva realizzato tanto e dato tanto. Poco tempo fa ho visitato Maranello, ho camminato nei corridoi, tra le sue auto, tute caschi e respiravo l’emozione, l’energia, il temperamento, la grinta, e mi sentivo davvero rammaricato nel pensarlo così ora. E’  stato un grande anche fuori i circuiti. Era anche ambasciatore Unicef, e non si tirava mai indietro per manifestazioni umanitarie. Nel parlare in italiano  era buffo, ma lui ascoltava e capiva tutto. Il  suo abbigliamento non lo faceva sembrare un damerino, piuttosto era più un montanaro, che però nel tempo ha affinato il proprio stile, sempre e comunque vero e sincero…

Per le terapie si prevedono tempi molto lunghi. La riabilitazione potrà forse portare Michael ad una condizione accettabile (speriamo). Terapie seguite con scrupolosa dovizia da un team  di 15 specialisti che si alternano e che costano più di  140.000 euro a settimana,in una struttura che è diventata una clinica da 12 milioni di Euro. Il buio, deve essere sconfitto. La consapevolezza del se, di ciò che c’è intorno al proprio corpo, le persone, l’affetto gli abbracci i sorrisi devono far breccia. Quel volto che è stato abituato a sorridere, deve ancora alzare il trofeo più grande.

Passa il tempo e c’è chi dimentica, chi si rassegna, che giustamente pensa alla propria vita non sempre costellata di cose piacevoli. Però io ci penso sempre. Penso a quel ragazzo biondo che è cresciuto e diventato uomo. Uno che si è fatto strada ed è stato amato e odiato, rispettato e anche attaccato. Uno che nel suo mondo ha vissuto e vinto. Stava in vacanza col figlio quella mattina, dovevano passare un tranquillo week end sugli sci. Oggi Mick sta ripercorrendo la strada di papà Michael, chissà se mai, ne potranno gioire assieme.

Io sono con te, e vorrei presto sentire una buona notizia sul tuo stato di salute.

Go Micheal!!!

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