La tradizione in un mazzo: curiosità e regole di 4 giochi di carte tipici italiani

Sotto l’ombrellone in una calda giornata d’agosto, al bar con gli amici di sempre, dopo il cenone di Natale, la sera di Capodanno o, ancora, per una serata dove le amicizie vengono messe da parte per dare vita a una sfida all’ultimo asso. Insomma, le carte sono spesso al centro di molte occasioni di intrattenimento che ricorderemo a lungo (come dimenticare il momento in cui tuo zio ti ha passato quell’asso di bastoni a Cucù sorridendo amorevolmente?). Se ogni volta che pensi a quanti giochi di carte esistono ti viene il mal di testa o se odi la tipica frase del “dai ti insegniamo noi, facciamo un giro di prova”, questo è l’articolo che fa per te, visto che vedremo alcuni giochi di carte tradizionali e più o meno conosciuti, dal Nord al Sud Italia.

Zecchinetta

Non c’è festa che si rispetti senza le vere tradizioni e se ogni famiglia ha le proprie che segue come se fossero dei comandamenti, in Sicilia esistono diversi giochi tipici. Tra questi troviamo la cosiddetta Zecchinetta: il nome deriva probabilmente dai Lanzichenecchi, che la introdussero in Italia attorno al Cinquecento; in origine si utilizzavano ben tre mazzi di carte da poker, oggi invece si preferisce utilizzare un solo mazzo da quaranta carte tradizionali.

Starete già pensando a un gioco silenzioso, sguardi minacciosi e occhiali da sole scuri… niente di più sbagliato! Si gioca rigorosamente a carte scoperte con il banco che le gira: il funzionamento è molto semplice, sia il banco che i giocatori puntano delle somme a piacere e poi si voltano due carte, una per il banco e una per i giocatori; da questo punto in poi si iniziano a girare le altre carte, se ne esce una uguale di valore a quella estratta per il banco vince lui, mentre se viene girata una uguale a quella assegnata in origine ai giocatori sono questi a dividersi la posta.

Cucù

Questo gioco può essere chiamato in vari modi: Asso che corre (o fugge), Morto, Cuccu, Cuccurucù e così via, ma la sostanza non cambia e il divertimento è assicurato. Lo scopo del gioco è semplice: bisogna evitare di restare in gioco con una carta dal valore basso; sono quindi banditi gli assi che verranno scambiati a più non posso tra i partecipanti.

Si decide il numero di vite per ogni partecipante (tre, solitamente) e si mettono le rispettive puntate, tutte di valore uguale, sul tavolo. A questo punto il mazziere distribuisce una carta coperta a testa e il giro inizia in senso antiorario: il giocatore deve vedere la propria carta e scegliere se scambiarla o meno con chi è alla sua destra, questo non potrà rifiutarsi di cedere la propria a meno che non sia stato servito con un re, in questo caso può girare la carta esclamando “cucù” (o simili). A fine giro, chi ha la carta dal valore più basso perde una vita.

Le varianti sono tante, oltre che per il nome, anche per il gioco: c’è chi utilizza il cavallo come ponte e dunque il giocatore che vuole cambiare la carta lo deve fare con il successivo (da qui la variante di nome “saltacavallo”), o chi assegna un valore speciale al re di denari assegnando una vita in più a chi lo gira.

Machiavelli

Le carte da gioco francesi (anche dette “da poker”) sono diffuse in tutto il mondo, tanto da essere utilizzate per moltissimi giochi; se le due varianti di poker più popolari sono il Texas Hold’em e l’Omaha, anche in Italia esistono diversi giochi ormai entrati nella tradizione che richiedono il loro uso, e tra questi non si può non citare il Machiavelli.

Questo gioco, che somiglia un po’ a Scala Quaranta e Ramino, prevede l’uso di due mazzi di carte francesi dai quali si dovranno escludere i jolly. Il mazziere distribuisce sette (o più) carte e pone le restanti al centro e, da questo punto in poi, il giocatore può o calare a tavola una combinazione valida (tris o poker di carte dello stesso valore ma di semi differenti o scala di carte dello stesso seme) o pescare una carta dal mazzo. Una volta che a terra ci saranno diverse combinazioni si potrà andare a modificare quelle presenti aggiungendo o spostando le proprie carte, naturalmente senza riprenderne in mano nessuna. Lo scopo del gioco consiste nel terminare le carte che si hanno in mano prima degli altri concorrenti.

Mercante in Fiera

Possiamo dire senza alcun dubbio che non esiste gioco più adatto ad ogni “riunione familiare” del Mercante in Fiera: una vera istituzione che non sente il peso degli anni e che riesce sempre a divertire grandi e piccini. Per giocare serve un apposito set da due mazzi di quaranta carte che raffigurano vari personaggi (che possono cambiare a seconda delle versioni); tra questi il più famoso è il lattante, la cui leggenda vuole che non sia mai vincente.

Il gioco è davvero molto semplice: viene distribuito un numero stabilito di carte ai partecipanti e le restanti vengono vendute all’asta; qui è compito del “banditore” intrattenere i giocatori con battute e scherzi per convincerli a spendere più denaro senza dichiarare il numero di carte messe in palio. A questo punto si suddivide il montepremi in vari premi (da tre a sei) a cui saranno abbinate delle carte e poi si inizia a scoprire le carte perdenti molto, molto lentamente…

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