Intervista a Carlo Marrale, penna e chitarra dei Matia Bazar dal 1975 al 1993

Nella serata di sabato 30 Marzo 2019 si è svolto al Teatro Golden di Roma il quarto evento ufficiale tra quelli correlati alla kermesse A tu per tu con…, sponsorizzato dall’emittente capitolina Radio Ti Ricordi 99 e con Grazia Di Michele in qualità di direttrice artistica (la rassegna è inoltre a sostegno benefico dell’Associazione Onlus Peter Pan, associazione di volontariato che da sempre si pone a sostegno dei bambini e degli adolescenti malati di cancro). La serata, dopo l’opening act del giovane cantautore Francesco Rainero, ha ospitato Carlo Marrale, cantautore e chitarrista genovese tra i membri fondatori dei Matia Bazar, di cui ha fatto parte dal 1975 al 1993 firmando diversi classici del gruppo nonché brani entrati di diritto nella storia della canzone italiana come Stasera che sera, Per un’ora d’amore, C’è tutto un mondo intorno, Mr. Mandarino, Cavallo bianco, Vacanze romane, Ti sento, Solo tu ed E dirsi ciao, brano con cui i Matia hanno vinto il loro primo Festival di Sanremo in carriera. Marrale ha però partecipato a Sanremo anche da solista nel 1994 con il brano L’ascensore. Molti dei brani scritti da Marrale, non solo tra quelli presenti nel repertorio dei Matia Bazar, hanno valicato i confini nazionali riscuotendo successo anche fuori dall’Italia: tra questi troviamo Odissea, interpretato dai tenori Salvatore Licitra e Marcelo Alvarez, che si piazza al primo posto delle classifiche statunitensi nel 2004. Noi de La Ragnatela News abbiamo intervistato Marrale riguardo la sua storia musicale, le tappe più significative della sua carriera, il legame con la città di Roma e i suoi progetti presenti e futuri.

Prima domanda: tu sei qui a Roma, una città alla quale tu sei molto legato anche complice il successo del brano dei Matia Bazar “Vacanze romane”. Parlaci del tuo rapporto con la città di Roma.

Con la città di Roma ho un rapporto di cuore, di sentimento, anche perché nel corso di questi anni sono passato a visitarla più volte e ho avuto modo di vederla in tutte le sfumature: all’alba, al tramonto, nel traffico, semideserta… e poi Vacanze Romane è una delle mie canzoni preferite e indissolubilmente mi lega a questa città, nonché uno dei tanti grandi successi dei Matia Bazar che ho avuto modo di firmare insieme anche a Ti sento, Stasera che sera, Solo tu e tanti altri brani.

Dei periodi in cui hai militato nei Matia Bazar a quale sei maggiormente legato: anni ’70, ’80 o prima metà degli anni ’90?

Direi tutti, perché per me i Matia Bazar sono stati una vera famiglia, ci siamo conosciuti che eravamo adolescenti, tutti con il pallino di poter fare una band, di voler esprimersi come compositori piuttosto che come strumentisti veri e propri. La fortuna ci ha sorriso e quindi trovarsi a 22-23 anni a girare il mondo, accolti da grandi applausi perché proponevamo le nostre canzoni è un’emozione che auguro a tanti artisti e tanti musicisti in erba.

Sono passati 25 anni esatti dalla tua prima (e unica) partecipazione a Sanremo come cantautore solista con il brano “L’ascensore”. Parlaci di questo brano.

Del brano o dell’esperienza?

Sia dell’esperienza di Sanremo sia del brano “L’ascensore” in sé e l’importanza e il significato che per te ha quel brano.

Il brano forse per i tempi era un po’ troppo inusuale, oggi o qualche anno fa sarebbe stato probabilmente compreso meglio. Nel 1994 entrare a Sanremo in versione voce e chitarra acustica, con un brano così soft con sonorità latino-americane poteva sembrare un qualcosa di “strano” e diverso da ciò che si vedeva in giro, ma in realtà ha giocato a sfavore anche la mia emozione, terribile in quel momento. Nonostante avessi calcato più volte quel palco oltre che palcoscenici di fama mondiale, l’emozione di suonare all’Ariston rimane sempre la stessa.

Nel 2004 hai scritto un brano chiamato “Odissea” che ha fatto il giro del mondo grazie all’interpretazione da parte dei tenori Salvatore Licitra e Marcelo Alvarez ed è stato proposto anche in progetti di band heavy metal internazionali…

Sì, i Queensryche! Sinceramente non sapevo neanche della loro esistenza. Mi contattò al tempo una giornalista che mi riferì di avermi mandato un link. Apro questo link e vedo questi ragazzi proporre “Odissea” in chiave metal nel primo disco di cover da loro pubblicato in venti anni di carriera: il fatto di essere presente in un progetto di tale importanza con una mia canzone mi ha colpito favorevolmente. La stessa giornalista mi inviò anche un link contenente un’intervista al cantante solista di allora dei Queensryche, Geoff Tate, al quale è stata posta la seguente domanda: “Perché la scelta di Odissea?”. E Tate rispose: “Perché si tratta di un’opera di quattro minuti”. Ciò mi ha riempito di orgoglio.

E deve essere un grande orgoglio per una penna storica come te far sì che un brano giri il mondo…

Ci fu poi la presentazione per il mercato italiano con lo sfondo del Colosseo nel giugno del 2004 e ciò mi ha lasciato estasiato. Non scorderò mai quando il 19 Luglio dello stesso anno nel Central Park di New York, con una grande orchestra in funzione di accompagnamento, in uno spettacolo organizzato dall’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante il bis il pubblico (composto da 150.000 persone) iniziò a urlare “Odissea, Odissea” e allora Salvatore Licitra e Marcelo Alvarez rientrarono sul palco per i bis per poi eseguire, oltre a Torna a Surriento, proprio Odissea, e la cosa mi ha lasciato i brividi.

Ultima domanda: progetti futuri?

Quello di continuare questo tour in corso che mi sta dando grandi soddisfazioni: non è stato facile in questi anni riprendere il contatto con il pubblico perché non sono una persona tenace e che si butta facilmente per mostrarsi a tutti i costi, ma in questi ultimi mesi sto tornando a sentire come una volta il contatto diretto con la folla, seppur non mi sia mai venuto meno. Ho continuato a scrivere talmente tante canzoni in quest’ultimo periodo che potrei pubblicare un triplo CD contenente questi nuovi pezzi, anche se non ne sentirei il senso…Tornando al tour, quest’estate con la formazione che mi ha accompagnato questa sera saranno previste tappe anche all’estero: se son rose fioriranno e cercheremo di farle fiorire!

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