Uber è un’azienda di trasporti e per questo ha bisogno di regole. Lo dice la sentenza della Corte di Giustizia Europea

Nata a San Francisco, Uber è in breve tempo diventata una delle più interessanti start-up tecnologiche del settore, che dagli USA è riuscita ad espandersi a livello globale raggiungendo numeri impressionanti a partire dal valore della società che ha superato i 70 miliardi di dollari. Nonostante il successo del servizio offerto dall’azienda, non sono mancati i problemi che hanno costretto l’azienda ad affrontare delle vere e proprie diatribe legali in alcuni paesi europei, dove la società è stata accusata di concorrenza sleale potendo fornire i propri servizi a prezzi concorrenziali senza dover sottostare alle regole previste per i comuni taxi.

Proprio queste polemiche sorte in molti paesi hanno portato alla quasi totale scomparsa del servizio UberPop, permettendo a chiunque di improvvisarsi autisti, trasportando altri utenti che hanno prenotato una corsa attraverso l’app. Ed è proprio su UberPop che si è abbattuta la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che ha definito Uber un’azienda di trasporti e, in quanto tale, deve essere regolamentata.

Il caso in questione è finito all’attenzione della Corte di Giustizia Europea quando, nel 2014, un’associazione di tassisti della città di Barcellona aveva chiesto al tribunale di bloccare il servizio UberPop, in quanto l’azienda non era in possesso delle regolari licenze previste dalle leggi locali. La decisione era quindi stata rimandata alla Corte di Giustizia europea che, in questi giorni, ha emesso la sentenza.

Nella sentenza, la Corte ha spiegato che un servizio d’intermediazione che, attraverso un’app per smartphone, mette in contatto autisti non professionisti con persone che devono spostarsi all’interno dell’area urbana, dietro regolare retribuzione, deve necessariamente rientrare nei servizi di trasporto e, in quanto tale, sottostare alle norme vigenti. Secondo la Corte di Giustizia europea, tocca ai singoli stati membri regolamentare il servizio.

Se all’apparenza questa sentenza può essere vista come un ulteriore problema l’azienda statunitense, non si è fatta attendere la risposta di Uber. Secondo la società, questa sentenza non comporterà alcun cambiamento nella maggior parte dei paesi in cui già opera rispettando le leggi sui trasporti. Ma in compenso dai vertici di Uber viene sottolineata la necessità di adottare delle leggi per la regolamentazione dei trasporti che siano al passo con i tempi e che siano in grado di offrire ai cittadini europei la possibilità di beneficiare dell’innovazione tecnologica per muoversi in totale libertà all’interno delle città.

E’ per questo che Uber, ancora una volta, ribadisce la necessità di regolamentare questi servizi per andare incontro alle esigenze dei consumatori.

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