Regno Unito: per la prima volta a perdere il lavoro è un robot

I progressi in ambito tecnologico hanno fatto enormi passi avanti negli ultimi decenni, tanto da spingere allo sviluppo di intelligenze artificiali sempre più evolute applicati anche allo sviluppo della robotica che continua a registrare progressi impressionanti. La ricerca legata alla robotica continua, come detto, a fare molti progressi ma non mancano le polemiche di chi mostra una certa preoccupazione legata all’uso sempre maggiore dei robot in ambito lavorativo, un progresso che secondo alcuni rischia in futuro di cancellare milioni di posti di lavoro.

Un esempio molto recente è quello del supermercato Amazon che ha eliminato la cassa per pagare, automatizzando il processo di pagamento ma cancellando, di conseguenza, la figura professionale del cassiere. Non tutti, però, sembrano pensare che i robot saranno in grado di sostituire del tutto gli esseri umani, e una conferma di ciò arriva proprio dal Regno Unito, dove per la prima volta un robot “è stato licenziato” da un supermercato nel quale era stato impiegato.

E’ difficile immaginare che un robot possa perdere il suo lavoro perché poco efficiente, soprattutto se confrontato ai colleghi umani, ma sembra essere ciò che si è verificato in un supermercato scozzese. Tutto è nato da una sperimentazione pensata dalla BBC che ha cercato di analizzare l’interazione tra robot ed esseri umani. Per rendere possibile tutto ciò è stato usato un robot umanoide, chiamato per l’occasione Fabio, programmato dalla Heriot-Watt University.

Questo particolare robot dotato anche di braccia e ruote per muoversi, è stato impiegato all’interno di un supermercato di Edimburgo. L’idea alla base del progetto era di sfruttare le sue capacità per accogliere i clienti e fornire informazioni utili, ma i risultati sono stati peggiori di quanto sperato. L’esperimento doveva durare due settimane, ma dopo appena una settimana il robot è stato “licenziato”.

Secondo quanto riferito dai gestori del supermercato, “Fabio” veniva spesso evitato dai clienti, e in alcune occasioni non riusciva a rispondere alle richieste dei clienti. A peggiorare la situazione anche i rumori all’interno del negozio, che spesso impedivano al robot di comprendere le parole. Dopo l’accoglienza dei clienti, il robot è stato spostato in un’altra zona, con il compito di attirare clienti per assaggiare alcuni alimenti, ma anche in questo caso non è riuscito a reggere il confronto con i colleghi umani.

L’esperimento, quindi, sembra essere fallito, e come spiegato dall’esperto di Robotica Sociale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Filippo Cavallo, ciò dimostra come sia necessario programmare i robot sulla base dell’ambiente e delle esigenze dei diversi luoghi di lavoro, per migliorare le prestazioni e, di conseguenza, prolungarne l’uso.

Commenta