La Francia insieme ad altri 51 Paesi vieta la “sculacciata” da parte di genitori e maestri

sculacciata

I nostri genitori ricordano ancora le proprie mamme armate di battipanni e ciabatte per placare le birichinate, e la sculacciata era di norma spesso anche a scuola da parte degli insegnanti. I tempi cambiano e il modo di educare anche. Addio a battipanni e ciabatte ormai da tempo, ma la sculacciata è ritenuta ancora oggi indispensabile nei casi più disperati… è così? Di sicuro è una pratica che si sta cercando di eliminare, dopo i tanti studi che non ne vedono l’utilità e quelli che trovano nella piccola punizione corporale anche poco educativa: se la prendi allora poi la ridarai, almeno così dicono.

Sono molti i Paesi dove è stata fatta una vera e propria legge contro gli schiaffi verso i più piccoli e in Francia è stata appena approvato dal Parlamento il divieto di sculacciata verso le piccole pesti da parte di genitori e maestri. Arrivano così ad essere 52 i Paesi contro la sculacciata e le punizioni corporali verso i bambini. La prima Nazione a schierarsi contro fu la Svezia nel 1979 e a seguire la Finlandia nel 1983 e poi la Tunisia, la Polonia, il Lussemburgo, l’Irlanda, l’Austria e molti altri Stati in tutto il mondo. Nel 2016 si sono aggiunti Mongolia, Paraguay e Slovenia. Nel 2014 anche la Repubblica di San Marino.

Qui da noi ancora niente, anche se una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 si è espressa contro l’uso di percosse, sculacciata compresa nei confronti dei bambini. I genitori nostrani poi considerano la sculacciata un valido gesto educativo per un quarto delle famiglie in base ad una ricerca di Save the Children del 2012. In Inghilterra la metà dei genitori è favorevole allo scappellotto.

La Francia è arrivata a questa Legge a seguito delle condanne simboliche fatte dal Consiglio d’Europa nel 2015 perché non esisteva ancora una “legge che vietasse in modo chiaro, vincolante e preciso le pene corporali tra cui schiaffi e sculacciate violando l’articolo 17 della Carta europea dei diritti sociali“. Così dal 2017 genitori e maestri dovranno accontentarsi di utilizzare metodi più verbali per le punizioni. Con il nuovo anno genitori e insegnanti dovranno accontentarsi, al massimo, di una bella ramanzina punitiva.

In una intervista a Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra, professore e presidente del CAF Onlus Centro Aiuto al Bambino Maltrattato è stato chiesto il valore di una legge specifica verso la sculacciata e ha risposto: “Queste leggi sono utili quando nell’immaginario collettivo è già chiaro che il valore educativo del dolore, fisico quanto morale, sono pari allo zero. Siamo tutti d’accorso sul fatto che la sofferenza nei più piccoli non rafforza l’educazione e non migliora l’autostima. Anzi, può creare senso di colpa, paura e vendetta. Una legge può aiutare a formalizzare il comportamento da parte dei genitori che temono di essere troppo permissivi. Grazie a una decisione come quella del parlamento francese, ci si trova di fronte ad un “aiutino normativo” che assicura di stare nel giusto“.

Quindi come ci dobbiamo comportare? No alle punizioni corporali e si al dialogo, sempre soluzione migliore per far capire e proseguire nel giusto i nostri figli. Questo non deve voler dire però essere troppo liberali. Il dialogo tra pari va bene, ma farsi mettere i piedi in testa in casa può diventare poi un grave problema anche dentro la scuola dove gli insegnanti non riescono più a gestire i casi più complicati.

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