Bambino di un anno segue dieta vegani. Ricoverato in ospedale viene poi dato in affido ai nonni

veganoC’è chi mangia di tutto, chi ha scelto la dieta vegetariana e poi chi segue le vie vegane. Chi sta a dieta stretta e chi dovrebbe farlo, chi evita alcolici e chi ne fa abuso… ma stiamo parlando di adulti e come si sa, dopo una certa età ognuno è libero (nei limiti) di fare ciò che vuole. Ma cosa accade se chi decide di seguire diete con particolari restrizioni, avesse anche dei figli? Ad esempio, in casa di adulti vegetariani, i figli mangiano carne? Sì e no, dipende dal genitore stesso e dalle sue convinzioni… ma anche dall’affiancamento o meno di un buon pediatra che sappia gestire la crescita dei bambini al di là delle convinzioni dei genitori. Poi ci sono i casi estremi, come quello di cui vi stiamo per parlare.

Il Tribunale dei minori di Milano ha affidato al Comune e collocato poi a casa dei nonni paterni, il bambino di un anno che a luglio è finito in ospedale per gravi problemi cardiaci. Al Policlinico di San Donato il bambino è risultato fortemente denutrito e dalle indagini successive fatte dalla Polizia locale del capoluogo lombardo, è emerso che i genitori – madre italiana e padre indiano – facevano seguire anche al piccolo la dieta vegani, eliminando quindi dalla sua alimentazione ogni cibo di derivazione animale, comprese le uova e i latticini. Il bambino è arrivato in ospedale con un peso che generalmente hanno i neonati al terzo/quarto mese di età. 5 Kg sono nettamente insufficienti per un bimbo di un anno.

Così i nonni ora si devono impegnare a far seguire al nipotino una dieta equilibrata e adatta alla sua età, oltre che alle condizioni di salute in cui verte il piccolo. La madre potrà comunque vedere suo figlio. Gli assistenti sociali dovranno verificare l’andamento della situazione e in caso di ulteriori carenze il bambino potrà essere affidato ad una comunità protetta.

Ciro Cascone, capo della procura presso il Tribunale per i minorenni, ha dichiarato:

La scelta del Tribunale di privilegiare in questa fase il collocamento presso l’abitazione dei nonni è assolutamente condivisibile. La rigida scelta alimentare dei genitori del piccolo non avrebbe garantito una crescita adeguata, ma al contempo non si è voluto allontanare il bambino dalla dimensione familiare. La presenza dei nonni in questo senso è una garanzia“.

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