La strage di Ardea: uccide due bambini e un anziano, poi si suicida

Domenica 13 giugno due bambini e un anziano sono stati uccisi da un uomo armato di pistola ad Ardea, cittadina nei pressi di Roma. L’uomo, dopo aver aperto il fuoco contro i passanti, si è barricato nella sua abitazione e prima che i carabinieri arrivassero si è tolto la vita con la pistola del padre.

Chi è l’assassino

Andrea Pignani, l’artefice della strage, aveva 35 anni e viveva con la madre a Colle Romito, quartiere nei pressi del luogo dove si è consumata la tragedia. Era laureato in ingegneria informatica e disoccupato. Come è stato rivelato poco dopo l’omicidio, lo scorso anno, dopo un’aggressione contro sua madre, era stato sottoposto a Trattamento sanitario obbligatorio, ma attualmente non era in terapia per disturbi mentali. La pistola che Pignani ha utilizzato per uccidere le tre vittime, una Berretta 7,65, apparteneva a suo padre, ex guardia giurata, deceduto pochi mesi fa.

La ricostruzione della vicenda

In base alla ricostruzione dei fatti, Pignani, domenica 13 giugno, si è recato fuori dalla sua abitazione e ha sparato a Daniel e David, due fratellini di 5 e 10 anni, che stavano giocando al parco pubblico di Colle Romito. Nello stesso momento, stava passando in bicicletta Salvatore Ranieri, 74 anni, e anche lui veniva ucciso dall’arma da fuoco di Pignani. Qualcuno ha raccontato che Ranieri sarebbe stato colpito per salvare i due bambini. Anche una quarta persona sarebbe entrata nel mirino dell’assassino, un uomo che stava passeggiando per gettare la spazzatura, ma sarebbe riuscito a salvarsi perché effettivamente troppo lontano da Pignani.  A questo punto, l’assassino è tornato nella sua abitazione, barricandosi dentro la casa e non rispondendo per ore ai carabinieri, che erano giunti sul luogo per spingerlo a costituirsi. Nel pomeriggio, i carabinieri sono riusciti a entrare nella villa e si sono resi conto che l’uomo si era tolto la vita con la pistola utilizzata per l’uccisione delle tre persone.

Secondo quanto riportato dai vicini, Pignani utilizzava spesso la pistola per intimidire il vicinato, nel caso in cui sorgessero controversie di quartiere, anche banali, ma non era mai stata registrata nessuna denuncia nei suoi confronti, mentre era stata comunicata l’esistenza di una pistola, ma anche qui nessuna denuncia.

”Era arrivato qui da pochi mesi e da subito aveva creato problemi al consorzio. Alcune volte era già capitato che l’uomo uscisse di casa e sparasse in aria. Avevamo  segnalato la cosa, ma non si era capito se avesse un’arma vera o una scacciacani” ha comunicato il presidente del Consorzio di via di Colle Romito, Romano Catini, come riportato da Rai News. “Quando abbiamo sentito l’esplosione  pensavamo fosse un petardo tirato da qualche bambino. Poi ci siamo avvicinati alla zona e abbiamo scoperto che invece erano colpi di pistola. La famiglia dell’omicida era conosciuta nel quartiere per episodi di molestie e degrado. Più volte sono stati segnalati alle forze dell’ordine. Basti pensare che una persona della nostra vigilanza interna ha il compito di tenere d’occhio quella villetta”.

Non si riesce a trovare un movente per l’omicidio dei due bambini, ma comunque le indagini continuano  per cercare di ricostruire nel modo più accurato possibile quanto avvenuto, mantenendo vivo il ricordo delle tre vittime, tre persone innocenti unite dallo stesso tragico destino.

 

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