Farmaci scaduti dati a grandi e bambini. Cosa succede?

Medicine

Sarà sicuramente capitato a tutti di avere in casa farmaci scaduti e magari di averne preso senza controllare bene la data si scadenza. Ma cosa accade se ne assumiamo dopo la data di scadenza posta sulla scatola? E soprattutto nel caso in cui venga somministrato ad un bambino? Possiamo stare tranquilli, o quasi, nel senso che l’unico rischio che si corre, sia da grandi che da piccoli, è quello di non avere nessuna efficacia sulla malattia che vogliamo trattare. Infatti le medicine scadute perdono man mano che ci si allontana dalla data indicata, le proprie capacità terapeutiche e così non si può far fede sulle sue azioni curative. C’è anche da dire che i principi attivi perdono efficacia in modo graduale e quindi se la scadenza è stata superata da poco avrà ancora efficacia anche se eventualmente in forma ridotta. Se poi il farmaco è scaduto da un anno e oltre, sicuramente non sarà più efficace.

Ma un farmaco può diventare dannoso, una volta scaduto? Fortunatamente no, e infatti i principi attivi che vengono utilizzati per la preparazione delle medicine non diventano mai tossici, neanche dopo la scadenza.

Nel caso in cui vi accorgiate solo dopo averlo somministrato ad un bambino, che il farmaco è scaduto dovete comportarvi in questo modo:

Se la medicina è scaduta da meno di sei mesi e la confezione non era aperta, si può considerare efficace la somministrazione. Bisognerà quindi poi comportarsi normalmente e aspettare le ore necessarie alla seconda dose che dovrà però essere data con il farmaco non scaduto.

Se il farmaco è scaduto da più di 6 mesi, consultate il pediatra ma comunque aspettate almeno un paio d’ore prima di dare la dose successiva e sempre con il farmaco nuovo.

Unico effetto indesiderato nei bambini potrebbe essere mal di pancia dovuto alle sostanze zuccherine presenti nelle medicine come sciroppi contro la tosse e la febbre perché provocano fermentazione. In questo caso è sempre meglio consultare subito il medico.

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