Euro2016: attentati Bruxelles, Parigi e rischi negli stadi. Europei a porte chiuse?

Euro2016

Eventi calcistici sempre più a rischio. Già dagli attentati di Parigi dello scorso novembre, con la tentata incursione nello stadio durante la partita hanno allertato e allarmato il mondo sportivo. Ora dopo la strage di Bruxelles sono forti i timori per  l’Europeo che si terrà in Francia dal 10 giugno al 10 luglio ed è lo stesso ministro dell’Interno transalpino, Bernard Cazeneuve, a suonare l’allarme: “Gli attentati di oggi ci ricordano tragicamente l’alto livello di minaccia a cui ci troviamo di fronte. Non possiamo innalzare continuamente ciò che è un livello già molto elevato dagli attentati di gennaio 2015 (quelli di Charlie Hebdo, n.d.r.)“.

Ma se dalla Francia arrivano insicurezze, la Uefa cerca di tranquillizzare tutti e ribadisce il suo impegno per la massima sicurezza durante le partite: “A seguito degli eventi di oggi a Bruxelles, intendiamo ribadire l’impegno nel porre la sicurezza al centro dei piani organizzativi per Euro 2016“, ha comunicato l’organo di governo del calcio europeo.

Non è tutta serenità però anche da casa Uefa e infatti a conferma le parole di Giancarlo Abete, ex presidente della Figc e attuale vicepresidente Uefa: “Il rischio porte chiuse c’è, ma gli Europei si faranno. Il problema della sicurezza è primario per tutti noi, l’evento sportivo si colloca in una dimensione residuale rispetto al tema sicurezza verso tutti i cittadini. Per ogni evento sportivo c’è una titolarità in capo ai responsabili dell’ordine pubblico che va al di là di quelle che sono le titolarità e responsabilità degli organizzatori dell’evento sportivo. Il rischio porte chiuse può esistere sempre perché parliamo di una competizione in cui l’evento deve avvenire. Non ci sono partite rinviabili ad altra data, in un torneo si sconta il fatto che determinate date sono funzionali al risultato finale del torneo. Mi sembra che oggi le priorità siano diverse, parliamo di eventi che hanno già avuto un impatto negativo sul torneo. C’è una maggiore percezione di rischio, minor entusiasmo a partecipare con uno spirito positivo. Parliamo però di un torneo previsto per giugno mentre adesso stiamo parlando di un’emergenza di queste ore”. La partita col Belgio aumenta l’apprensione dei tifosi italiani: “Dobbiamo cercare ognuno di fare la propria attività. Noi come dirigenti sportivi dobbiamo continuare ad operare con fiducia e preoccupazione. Capendo che sono battaglie che si vincono solo mantenendo uno spirito positivo“.

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