Il fascino del brizzolato… dipende dal Dna

George Clooney

Spesso tra coetanei ci si stupisce di vedere chi è brizzolato e chi ancora non ha neanche un capello bianco. Eppure l’età è la stessa. C’è chi comincia a veder i primi fili d’argento da giovanissimo e chi invece ha una chioma scura e corposa ancora in età avanzata. La risposta l’hanno trovata studio internazionale guidato dall’University College London-Ucl: tutta colpa del Dna, si potrebbe dire. Infatti la decolorazione dei capelli dipende dalla porzione del genoma IRF4. Già si sapeva che fosse un gene ad essere correlato al colore dei capelli soprattutto coinvolto nello stoccaggio della melanina e per la prima volta viene anche associato allo stadio di ingrigimento della chioma che fa tanto disperare le donne e spesso gioire l’uomo che ne trae un certo fascino.

Oltre a questo lo studio ha analizzato anche la funzione di altri geni sui capelli, come ad esempio la funzione che hanno sul colore, sulla densità, la forma e la curvatura. Uno studio che quindi traccia la mappa del capello importante sia per la scienza cosmetica che per quella forense. Gli scienziati sono infatti partiti dal materiale genetico prelevato dai 6.630 volontari della coorte ‘Candela’, reclutati in America Latina fra Brasile, Colombia, Cile, Messico e Perù. Dopo il primo screening sono stati usati i campioni di 6.357 partecipanti, per il 55% donne e per il 45% uomini (nei maschi sono state esaminate anche informazioni relative a barba e sopracciglia), incluse persone di origine europea, nativa americana e africana.

“Abbiamo scoperto la prima associazione fra Dna e ingrigimento dei capelli“, spiega Andres Ruiz-Linares della Ucl, coordinatore del lavoro che “potrebbe fornire un buon modello per far luce sulla biologia dell’invecchiamento umano“. Buone possibilità quindi per chi vorrà ritardare la chioma ingrigita ed evitare così il ricorso alle tinte.

 

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