Cocktail freddi d’estate. Attenzione al ghiaccio, pieno di batteri invisibili

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Il caldo estivo si abbina bene ai cocktail ghiacciati che rinfrescano e allietano le giornate, magari in riva al mare o a bordo piscina avvolti in abiti di lino. Bellissimo, ma attenzione perché il ghiaccio che spesso riempie a dismisura i bicchieri tra colori e frutta, non è poi così un toccasana per la nostra salute. E non solo per il forte contrasto tra la temperatura esterna e quella della bibita, ma anche per i cubetti in sé. Si sa ad esempio che nei paesi esteri, dove l’acqua non è potabile, è sconsigliato far aggiungere ghiaccio nelle bevande, ma questa consuetudine andrebbe rispettata ovunque, anche in casa nostra. Infatti nel ghiaccio possono annidarsi diversi tipi di batteri e non tutti puramente innocui.

“Il ghiaccio alimentare italiano è quasi sempre sicuro, anche se si deve fare di meglio. Soprattutto da parte delle piccole realtà di autoproduzione” ha sottolineato l’Inga, Istituto nazionale ghiaccio alimentare.

“Basti pensare, spiega, che a Palermo le nostre analisi hanno rilevato, nelle campionature di tre Bar/Pub su cinque, concentrazioni consistenti di Enterococchi; in uno su cinque i livelli di Pseudomonas erano consistenti; infine, in tutti i cubetti erano presenti coliformi. Inoltre in tutti i 15 campioni sono presenti contaminanti tipici delle tubature e che, soprattutto nel ghiaccio casalingo, abbiamo rilevato molte muffe. La loro pericolosità è scarsa. Ma è chiaro quanto sia sempre opportuno proteggere i contenitori in cui si fa il ghiaccio di casa dal contatto con il diverso contenuto alimentare del freezer, così come dalla sfarinatura della brina, che imprigiona le particelle di polvere e cibi“.
I dati in sé non sono poi così allarmanti, perlomeno per chi sta bene in salute. Diventa più pericoloso per le pasce più deboli come bambini e anziani o ancora per chi è già affetto da patologie gastrointestinali. In questi casi si può incorrere in rischi di febbre, nausea e diarrea.
Proprio per questo è stato redatto il primo “Manuale di corretta prassi operativa per la produzione di ghiaccio alimentare”, realizzato per far rispettare con maggior rigore le norme igieniche che regolano i passaggi produttivi.

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