Nei primi mesi del 2021 si sono verificate più di due morti al giorno sul posto di lavoro

Nei primi mesi del 2021 l’Italia ha registrato un significativo incremento delle morti sul posto di lavoro. A segnalarlo è l’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro), il quale ha rilevato un aumento dell’11,4% dei decessi lavorativi rispetto all’anno precedente, parlando di più di due morti al giorno sul luogo di lavoro nei primi mesi di quest’anno. Da gennaio a giugno sono giunte all’Inail 266.804 denunce di incidenti, di cui 538 con esito mortale. Ciò che è stato rilevato nel complesso è una diminuzione delle “morti in itinere”, ovvero i decessi che si verificano per raggiungere il luogo di lavoro, grazie all’introduzione del lavoro agile, mentre aumentano i decessi in azienda. Questa crescita preoccupante si è verificata in quasi tutti i grandi rami economici, ma non in tutte le regioni italiane: l’aumento più elevato di incidenti è stato registrato nel Lazio, in Lombardia e in Abruzzo, mentre nelle isole e nel Nord-Ovest le morti sono addirittura diminuite. Per quanto concerne il genere, si registrano più morti per gli uomini, per i quali i decessi sono aumentati da 155 a 171, mentre per le donne da 11 a 14.

Questi numeri rendono evidente che il tema della sicurezza sul posto di lavoro dovrebbe rivestire una posizione di primo piano all’interno di programmi e progetti d’investimento. Nel Recovery Plan, la questione della sicurezza sul lavoro non viene contemplata, e la legge esistente in materia, il Testo unico del 2008, manca di alcune disposizioni per essere messa in pratica. Come ha spiegato il ministro del Lavoro Andrea orlando, il Testo Unico sulla sicurezza deve essere urgentemente aggiornato e svincolato dai criteri arcaici e troppo selettivi che non riescono a tutelare adeguatamente i lavoratori.

Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil ha sottolineato: “Questo stillicidio non è degno di un Paese civile. Prevenzione e formazione devono diventare una strategia e una scelta politica, con più risorse per mettere in sicurezza i processi produttivi e con più ispettori, più controlli e un coordinamento degli interventi”. Mentre, Franco Bettoni, presidente dell’Inail, ha dichiarato a tal proposito: “Il pesante bilancio infortunistico ci fa comprendere che non si fa ancora abbastanza. Non è sufficiente indignarsi ma occorre agire. Le norme ci sono e vanno rispettate. È necessario un impegno forte e deciso di tutti per realizzare un vero e proprio ‘patto per la sicurezza’ tra istituzioni e parti sociali. Coinvolgere gli attori del sistema nazionale di prevenzione, rafforzare i controlli, promuovere una maggiore sensibilizzazione di lavoratori e imprese, potenziare la formazione e l’informazione per costruire una cultura della sicurezza, a partire dal mondo della scuola, dare sostegno economico alle aziende: sono tutte azioni da perseguire con determinazione e l’Istituto è pronto a fare la sua parte”.

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