L’essenzialità del gusto

In un panorama dove tutti vogliono stupire, impressionare, firmare con originalità i piatti, quello che si fa ricordare è la semplicità . Quello che può sembrare un piatto di facile preparazione, come la pasta al pomodoro, nella cucina del Rome Marriott Grand Hotel Flora, capitanata dallo chef Massimo Piccolo diventa un must, un simbolo di un’italianità bilanciata, perfetta in ogni dettaglio, dove ogni sapore si distingue, mai si sovrasta e coesiste per un insieme armonico e semplicemente impeccabile.

Il suo spaghetto ai tre pomodori è elegantemente eccezionale!

(troverete la ricetta qui https://www.laragnatelanews.it/attualita/amore-e-uno-spaghetto-ai-tre-pomodori/81604.html)

Questo è solo uno dei piatti che si possono gustare nel ristorante al piano terra di uno dei più rappresentativi hotel di Via Veneto a Roma. Una via famosa per lo stile retrò e che sta tornando a nuova vita proprio grazie al restyling di molte strutture e al rifiorire di numerose nuove attività.

Il palazzetto d’epoca che costeggia le mura aureliane che dividono Villa Borghese, era un tempo casina di caccia della famiglia Ludovisi, nobile famiglia romana confluita nei Boncompagni. Ora entrando nel Rome Marriott Grand Hotel Flora si percepisce un’atmosfera di avvolgente ospitalità, elegante e mai eccessiva, da far sentire il cliente accolto come in un grande salotto di casa.

I toni neutri ecrù della prima sala appena entrati lasciano il passo a quelli più decisi ed eleganti del verde della sala ristorante, dove divani e comode sedute ospitano circa quaranta coperti, per una sala grande e una più piccola, dove marmi policromi, specchi e legno firmano lo stile raffinato e sobrio di un lusso accessibile.

Musica in sottofondo per serate romantiche, oppure ambiente confort per un ottimo pranzo nella frenesia della città eterna.

Chef Massimo Piccolo

Lo chef Massimo Piccolo, napoletano doc, arriva nella cucina del Flora nel 2000, ma da cinque anni è al comando della brigata con cui collabora, proponendo una cucina ricca di richiami regionali.

La sua professionalità decisa e attenta si rispecchia nei piatti che tra tecnica e materia, senza troppi orpelli, lasciano parlare gli ingredienti, valorizzati al meglio. Ricette tradizionali del territorio dagli antipasti al dessert, per coccolare l’ospite sia italiano che internazionale che può scegliere come entrée un Carpaccio di gamberi rossi di Porto Santo Spirito con salsa di agrumi, dove si ritrovano avvolgenti profumi e sapori sia del mare che della calda terra del sud. Ma anche Battuta di fassona al coltello con olio evo riserva, scaglie di Grana Padano e gel di cipolla rossa di Tropea e la tanto amata Caprese, piatto composto da mozzarella di latte di bufala di Amaseno con pomodoro datterino giallo e alici di Cetara “Armatore”.

Arriviamo ai primi piatti, emblema e orgoglio italiano che lo chef Massimo Piccolo valorizza ed esalta con la sua esperienza e umiltà.

I suoi Spaghettoni ai tre pomodori (pasta Felicetti) arrivano al tavolo composti, nei loro colori istituzionali, sprigionando un profumo percettibile e avvolgente che arriva ancor di più amalgamando con la forchetta il condimento della pasta, rigorosamente perfetta in cottura. Al primo assaggio si riconoscono decisi i sapori dei tre tipi di pomodori (pachino, del Piennolo e gialli della Valle Telesina), magistralmente equilibrati tra acidità e dolcezza, per un’ esplosione di gusto tipicamente mediterraneo, dove ogni sfumatura è percettibile grazie alla maestria della preparazione.

Ma anche pasta farcita, come i Ravioli del Pastificio Secondi con ripieno di patate, scarola con olive, capperi e pomodorini.

Selezione nelle aziende e molta attenzione ai produttori anche per i secondi piatti che rispecchiano sempre il valore italiano di mare e terra con il Filetto di ombrina “Corba Rossa” alla griglia con scarola, uvetta e pinoli, oppure con i Polipetti veraci alla Luciana con crostini di pane all’aglione toscano o anche con il  Radicchio trevigiano Igp grigliato con fonduta al gorgonzola, noci tostate e pera alla salvia.

I dessert esprimono la linea armonica dell’ italian style con simboli come il Tiramisù, il Cannolo con ricotta di bufala, agrumi e scaglie di cioccolato oppure delle fantastiche mini sfogliatelle fragranti (orgoglio napoletano!).

Un percorso degustativo che accoglie il cliente sia internazionale alla scoperta della nostra vera cucina, che il cliente italiano che ritrova sapori e piatti di una tradizione e di una memoria a volte sopraffatta dalle sperimentazioni.

Naturalmente anche un’ accurata carta dei vini accompagnerà l’ abbinamento di un viaggio da nord  sud che raccoglie una ricca varietà di etichette regionali ( rossi, rosè, bianchi e bollicine) e una intera sezione dedicata agli Champagne.

sala

L’ hotel è anche un luogo dove poter accomodarsi al bar, fare quattro chiacchiere con il bartender che magari vi preparerà un cocktail di fine giornata.

La mixology curata da Alessio Mercuri accompagna sia i piatti dello chef,  che selezioni di cocktail tradizionali perfetti anche per un aperitivo in terrazza con vista su Roma.

Sorseggiare un classico o provare uno dei signature proposti per esempio: lo Skyscraper, un cocktail a base di The Botanist Gin con Chartreause Jaune, Maraschino, succo di limone, oleo saccarum e drop Chambord, che ricorda un grattacielo nella stratificazione cromatica dal viola al giallo dei suoi distillati; oppure lo Shaked Ginger, a base di vodka con l’aggiunta dell’Amaro 33 di Conegliano, con zenzero, Cointreau, succo di limone, dry orange bitter e zenzero fresco; il Cinnamon Old Fashioned, drink affumicato con cannella e chicchi di caffè a base di Buffalo Trace Bourbon, zucchero di canna, Angostura bitter e olio essenziale all’arancia, un piacevolissimo twist sul classico Old Fashioned.

Ogni scelta sarà sicuramente perfetta per accompagnare il vostro momento di relax, sia nel confortevole salone o al bancone del bar, oppure in terrazza.

sfogliatelle

BIO CHEF MASSIMO PICCOLO

Massimo Piccolo nasce a Napoli nel 1972, terra dal calore e dalle ricchezze infinite, che lo accompagna sin da molto giovane a scoprire il mondo della ristorazione e della realtà alberghiera. ma la sua curiosità è forte e lo fa allontanare da Napoli per trasferirsi in Grecia, dove lavora per cinque anni presso un rinomato ristorante di Atene. Rientrato in Italia, continua la sua formazione tra esperienze catering e ristorazione, per poi arrivare nel 2000 al Rome Marriott Grand Hotel Flora, uno degli alberghi più prestigiosi di Via Veneto. L’alternarsi dei diversi Chef gli consente di arricchire il suo bagaglio tecnico e di entrare in contatto con diverse visioni di cucina. Oggi, attraverso una meticolosa selezione di piccoli produttori, mette in tavola sapori mediterranei e tradizionali rivisitati con tecnica e passione. La cucina del Flora è radicata nel territorio italiano con un carattere spiccatamente regionale e parla a una clientela romana, nazionale e internazionale.

BIO BARTENDER ALESSIO MERCURI

Alessio Mercuri si affaccia al mondo della mixology da molto giovane e grazie al padre, che gestiva un locale in una zona sciistica alle porte di Roma. Si appassiona insieme a lui di ricette, ingredienti e miscelazioni e, soprattutto, dell’importante ruolo di “intrattenitore” che ricopre il bartender.

La sua formazione nel bartendering è decisamente eclettica: dopo diverse esperienze di caffetteria e all’interno di cocktail bar, si affaccia al mondo dell’hotellerie e, dal bancone dell’Hotel Cesari, approda all’Orum Bar dell’Hotel Excelsior, dove consolida la convinzione che la mixology sia la sua vocazione.

Decide, quindi, di allargare le sue conoscenze e fare un’esperienza all’estero, certo del fatto che il suo lavoro sarebbe stato lo stesso perché «Un Martini è lo stesso a Roma come nel resto del mondo», ama ripetere Mercuri, ma che avrebbe imparato un approccio al mestiere completamente differente, in una cultura singolare come quella australiana. Dopo un anno di esperienze in diverse località, dal Northern Territory fino a Melbourne, decide di tornare a Roma, all’Hotel Cosmopolita. L’estero continua, tuttavia, a suscitare un grande fascino per lui e la sua sete di conoscenza, e decide quindi di partire per Londra. Dal club Warwick di Soho al Plateau, uno dei cocktail bar più importanti di Canary Warf, riesce finalmente a mettere in pratica tutto quello che ha imparato della mixology. Dopo sette anni intensi e appaganti, decide di rientrare in pianta stabile a Roma, al Time Bar del Grand Hotel Via Veneto. Nel 2020 arriva, infine, al Rome Marriott Grand Hotel Flora, dove riesce finalmente a sperimentare la sua idea di bar, fatto di accoglienza e attenzione verso il cliente, professionalità e mixology perfettamente eseguita.

Il Rome Marriott Grand Hotel Flora è un esempio di stile, eleganza e gusto essenziale che rispecchia la vera accoglienza tipicamente italiana. «Il concetto che perseguiamo – racconta il General Manager dell’hotel Achille Di Carloè quello di un “lusso accessibile”, per questo abbiamo creato un ambiente pienamente confortevole in cui concedersi, per esempio, un aperitivo accompagnato dalle note del pianoforte, un pranzo veloce ma gustoso o una cena più rilassata, mentre si apprezzano le eccellenze del territorio in una proposta dalla spiccata impronta italiana e mediterranea».

Rome Marriot Grand Hotel Flora

 Via Vittorio Veneto, 191

00187 Roma RM

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