In quali Osterie d’ Italia per il 2019 troveremo le chiocciole Slow Food ?

Le indicazioni che una guida può dare sono sempre molto affascinanti rispetto una ricerca veloce su internet.

Il lavoro che viene svolto prima, nella fase della preparazione, della scelta e dello studio dei posti da proporre e da inserire nelle numerose pagine del paccuto volume è quello che da anni fa Slow Food , proponendo nella fedele compagna di viaggio, un elenco delle migliori Osterie d’ Italia, che anche per quanto riguarda l’edizione del 2019 si vede pronta a partire.

L’Osteria: un luogo ricco di storia, tradizione, dove viene messo in tavola il profumo e il sapore del territorio a prezzo accessibile e non da meno è considerato l’aspetto dell’accoglienza, che l’ Oste cura con particolare attenzione.

Sono 93 su 1617 i locali laziali segnalati nella Guida alle Osterie d’Italia 2019, tra questi 15 Chiocciole (i locali particolarmente in sintonia con la filosofia Slow Food), 13 Formaggi, riconosciuti a quelli con una valida selezione di latticini, 18 Bottiglie, che segnalano le osterie attente alla selezione dei vini e, novità di quest’anno, 4 esercizi segnalati per la particolare attenzione all’olio extravergine d’oliva, sia in cucina che in sala.

Poi ci sono le storie, libere dai giudizi, delle cuoche e degli osti italiani che sanno interpretare la cucina secondo la loro personalità, con diversità e originalità..” hanno sottolineato i due curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni.

New entry di quest’anno  sono l’Osteria di Birra del Borgo e la Trattoria Pennestri, entrambe portavoci di quella nuova corrente che guarda la tradizione e il territorio, ma con occhi nuovi, curiosi  .

Proprio nel bellissimo e grande locale Osteria Birra del Borgo di via Silla a Roma il 27 novembre è stata presentata la Guida delle Osterie 2019, con il benvenuto spumoso della Lisa,  birra fresca e profumata con le sue scorze d’arancia , ma allo stesso tempo morbida e intensa.

Ad accompagnare le note del grano sono stati i piatti di Luca Pezzetta , abile a sovvertire le regole dell’impasto e della lievitazione, che per l’occasione è stato sostenuto con le “mani in pasta” da Tommaso Pennestri, chef dell’  omonima Trattoria che quest’ anno ha saputo emergere nel panorama capitolino, anche grazie al supporto in sala di Valeria Payero, che ha saputo accompagnare i propri ospiti in un percorso attraverso la tradizione dei piatti romani , valorizzandoli con una non indifferente selezioni di vini.

Fate posto nella libreria al nuovo volume, ma non tenetelo troppo nascosto…anzi zaino in spalla e segnalibro pronto!

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