I Furti di Rame in Italia

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Pensare che la sicurezza nelle strade delle città e i trasporti su ferro, ma anche l’incolumità della condotta dell’acqua comunale possa dipendere dai furti del rame è assurdo.

Siamo nel ventunesimo secolo e ci troviamo a dover combattere dei manigoldi che hanno fatto dell’oro rosso una fonte di ricchezza, grazie al traffico illecito di quanto precedentemente rubato in varie zone e su diverse tipologie d’utilizzo.

Ultima notizia di questi giorni è stato il furto compiuto ai danni dell’impianto Acqua Vergine di via Collatina. Il furto ammonta a 3250 chili di rame. L’azione compiuta dai malviventi si è svolta tra il giovedì e venerdì scorso al Colle Prenestino. I quattro ladri specializzati sono stati colti in flagrante di reato dopo un inseguimento che ha fortunatamente permesso il recupero del materiale e successivamente la messa in sicurezza dell’impianto che aveva – comunque – attivato l’impianto d’emergenza. L’azione doveva essere stata programmata e pianificata da tempo. I quattro si erano saputi muovere con destrezza e velocità- L’azionamento dell’impianto di emergenza ha attivato anche l’allarme e sono sopraggiunte sul posto le pattuglie dei Carabinieri che avevano capito subito di cosa si trattasse, data l’ormai quotidiana lotta ai furti di rame. Il valore stimato del furto è di circa 60.000 Euro.

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Stavolta però, fortunatamente, gli è andata male.

Il Raccordo Anulare non se la cava meglio. Dei 68 chilometri di cui è composto, ben 53 sono al buio per i continui  furti compiuti dalle bande dei Rom, che ci rubano il rame. La situazione è andata sempre peggiorando non è stato preso nessun provvedimento in grado di fermare i continui assalti che hanno peraltro causato disagi, ma sopratutto situazioni molto pericolose. Si è attribuita alla giunta Marino la resposabilità del non saper intervenire. Nei mesi scorsi sono state divelte intere cabine elettriche con il conseguente spegnimento della luce nelle gallerie del Gra di Roma Nord, perfino nei tratti che portavano a uno degli ospedali più importanti della capitale, il Sant’ Andrea. Ora finalmente pare che l’Anas, proprietaria del tratto stradale interessato abbia espletato le gare per aggiudicare gli appalti per il ripristino della rete elettrica  mediante cavi in alluminio, interrati e chiusi da un sistema di allarme. Un intervento di circa 700 km di cavi da ripristinare a spese – anche se indirettamente – dei cittadini. Il costo presunto, salvo lievitazioni, si dovrebbe aggirare sui 15 milioni di euro.

Anche per il trasporto  su ferro  c’era d’aspettarselo, vista la più evidente utilizzazione e “portata di mano”, ci sono stati i maggiori furti. Si è calcolato che in un anno siano stati rubati più di 800 tonnellate di rame, per un danno di più di venti milioni di Euro.

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Il Mercato del rame è assai vasto. I pesci piccoli sono i ladruncoli che fanno il lavoro sporco. Questo prezioso metallo viene poi rivenduto a coloro che si occupano della rivendita su scala internazionale. La Mafia stessa gestisce il traffico del rame dentro i e fuori i confini con l’Italia. Il mercato non teme contrazioni. Le richieste continuano ad aumentare, come i furti. Si è cercato di intervenire intercettando dall’alto chi commerciava il prodotto rubato, ma senza grandi risultati. Se viene chiamato “oro rosso”, un motivo c’è: sui mercati il rame è arrivato a valere € 9  al chilo.

 

 

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