Antitrust multa due società di Amazon per €300.000

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Conosciuto in tutto il mondo come la più importante piattaforma di shopping online attualmente esistente, Amazon continua ad ottenere un enorme successo anche in Italia, dove milioni di consumatori acquistano regolarmente dal portale beneficiando di sconti interessanti e di spedizioni rapide che contribuiscono a rendere questa piattaforma uno dei luoghi preferiti per effettuare i propri acquisti online, anche grazie all’enorme catalogo di prodotti che può vantare.

Nel corso del 2015, oltre alla questione legata alle tasse, che Amazon come altri importanti colossi del web hanno evitato di pagare scegliendo paesi a tassazione agevolata per fatturare i profitti registrati nel nostro paese, Amazon è finita nel mirino dell’Antitrust in merito alla presunta violazione dei Diritti dei Consumatori. Ed è proprio in merito a quest’ultimo caso che si sono registrati ulteriori sviluppi in questi giorni, con sanzioni per il colosso guidato da Jeff Bezos, pari a €300.000.

E’ infatti dal luglio 2015 che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, dopo aver ricevuto molte segnalazioni da parte di alcuni acquirenti, ha avviato una indagina nei confronti di due società legate direttamente ad Amazon, responsabili di non aver fornito la giusta informativa durante il processo di acquisto.

Proprio in seguito alle indagini, l’Antitrust ha deciso di applicare due sanzioni. Nello specifico una multa di €80.000 destinata ad Amazon EU Sarl e una sanzione da €220.000 destinata, invece, ad Amazon Services Europe Sarl.

L’indagine, infatti, ha evidenziato che durante la vendita diretta, Amazon EU Sarl non ha fornito ai consumatori l’informativa precontrattuale sul recesso e i relativi termini ed esclusioni sull’esistenza e sulle condizioni dell’assistenza postvendita al consumatore e sulla garanzia legale.

In merito alle vendite sulla piattaforma Amazon marketplace, invece, Amazon Services Europe Sarl non avrebbe fornito agli acquirenti la necessaria informativa sull’identità del professionista, sul ruolo svolto da Amazon nella transazione, sul regime di recesso e di reso, sull’assistenza pre e post vendita garantita dai soggetti terzi e la garanzia legale. In questo modo, solo in caso di difetti sui prodotti acquistati, i consumatori venivano a conoscenza della controparte contrattuale, e in questi casi Amazon avrebbe semplicemente fatto notare la propria estraneità in merito alla transazione avvenuta tra i venditori terzi e gli acquirenti.

In merito alla questione, Amazon ha deciso di rispondere, facendo sapere che ricorrerà in appello pur rispettando il lavoro dell’antitrust, in quanto la società ritiene di fornire tutte le informazioni necessarie sui venditori, dall’identità degli stessi alla soddisfazione degli altri clienti, compresi i link necessari per le informazioni su eventuali rimborsi e sostituzioni, rispettando quindi le leggi italiane.

Sembra quindi che, nei prossimi mesi, si tornerà a parlare della questione.

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