Tim, subita sanzione da 27,8 milioni

L’Autorità Garante per la Protezione dei Dati ha inflitto una sanzione da 27,8 milioni di euro all’azienda di telecomunicazioni Tim. Si tratta della sanzione pecuniaria più elevata mai irrogata dall’Autorità Amministrativa. Inoltre, la Tim è tenuta a conformarsi nei prossimi 6 mesi alle prescrizioni ricevute, consistenti nell’adeguamento delle proprie condotte alle misure di protezione dei dati.

L’Autorità Garante, ricordiamolo, rientra tra quegli organismi indipendenti dal circuito politico volti alla tutela di alcuni diritti fondamentali, nel caso specifico la protezione dei dati personali e quindi della privacy. Le funzioni di questo organo sono ampie e numerose. Vi è innanzitutto il potere normativo, consistente nell’adozione di linee guida indicanti tecniche di attuazione dei principi in materia contenuti nel Regolamento dell’Unione Europea del 2016; in seguito, citiamo i poteri investigativi, inibitori, sanzionatori e prescrittivi, l’esercizio dei quali assicura che l’intervento dell’Autorità possa essere concretamente efficace.

Tornando alla vicenda Tim, la procedura nei suoi confronti fu avviata nel 2019, a seguito di un’ingente quantità di reclami provenienti da moltissimi utenti, abbonati e non, i quali avevano denunciato condotte di telemarketing esasperato (anche ai danni di soggetti iscritti nel registro delle opposizioni), pubblicità scorretta (dovuta alla mancanza di vigilanza nei confronti dei partner incaricati delle campagne promozionali), clausole prevedenti il consenso obbligato, gestione e conservazione inidonea di dati ed informazioni.

Così dunque, anche con l’aiuto di una sezione specializzata nella tutela della privacy della Guardia di Finanza, l’Autorità Garante ha effettuato tutte le indagini necessarie e ha infine accertato la sussistenza delle infrazioni commesse da Tim. Di conseguenza pertanto, l’organismo amministrativo ha irrogato la già menzionata sanzione da quasi 28 milioni di euro.

La cifra risulta così elevata sia perché la Tim è stata dichiarata recidiva, in quanto non è la prima volta che l’Autorità è dovuta intervenire per porre un argine alle pratiche scorrette da essa praticate, sia perché l’azienda di telecomunicazioni in parola ha ottenuto, grazie alle violazioni suindicate, cospicui vantaggi economici.

Oltre a dover pagare la sanzione pecuniaria entro 30 giorni dalla sua irrogazione, come già anticipato, la Tim sarà anche tenuta a terminare immediatamente le infrazioni contestatele e ad adottare le misure imposte dal Garante entro sei mesi dalla pronuncia dell’Autorità amministrativa. Queste prescrizioni sono ovviamente volte all’implementazione dei codici di comportamento, così che l’azienda non ripeta nuovamente gli illeciti in futuro.

Sicuramente un duro colpo per le casse e per l’immagine di Tim, soprattutto se aggiungiamo a questa sanzione anche gli ulteriori 114 milioni che Tim dovrà sborsare (a meno che i ricorsi preannunciati non capovolgano la situazione) per ottemperare ad una recente decisione dell’Antitrust, l’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza, la quale ha sanzionato Tim, Vodafone, Wind e Fastweb a causa della rilevazione di un’intesa anticoncorrenziale tra queste società.

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