Terremoto in Turchia: situazione

Nella notte tra domenica e lunedì un violento terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter è stato registrato nel sud del Paese, a poche decine di chilometri dal confine con la Siria e le scosse sono state avvertite fino al Libano e a Cipro. È stato nel cuore della notte che il terremoto ha colpito, alle 4:17 precise (2:17 in Italia).

Dopo la scossa principale, più di 50 scosse di assestamento hanno scosso nuovamente la Turchia e Siria. Secondo i dati dell’Ingv e dell’Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. A scatenare il terremoto, sarebbe stata una delle due grandi faglie presenti in Turchia, quella Est Anatolica. Il terremoto in Turchia risponde allo “scenario peggiore” in cui il sisma che ha colpito in “piena notte” una “zona abitata”, porterà al conteggio di “perdite umane ingentissime” e “migliaia di morti”. La Turchia si trova infatti in una delle zone sismiche più attive al mondo, ma il terremoto di questa notte  è uno dei più forti registrati negli ultimi anni. Già nel 17 agosto 1999, qualcosa di molto simile – di minore intensità –  causò la morte di 17.000 persone.

Da diverse ore in Turchia e in Siria è in corso la ricerca dei sopravvissuti intrappolati sotto le macerie. Sul posto sono schierate tutte le squadre di soccorso. “Tutte le nostre squadre sono in allerta. Abbiamo lanciato un allarme di livello quattro”, ha detto al canale Haberturk il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu , chiedendo assistenza internazionale. “Le nazioni hanno già risposto a questo appello, come l’Italia, che ha offerto l’aiuto della Protezione civile per il pieno sostegno alla popolazione Turca.

Intanto in Turchia è iniziata la conta dei morti che già supererebbero le 700 persone  oltre 2.300 feriti. Le autorità locali turche hanno segnalato il crollo di decine di edifici, sia a Gaziantep sia nei vicini centri di Diyarbakir e Malatya. Il Presidente Erdogan ha espresso piena solidarietà al suo popolo, nella speranza – grazie all’intervento immediato delle squadre di soccorso – di trarre il maggior numero di persone in salvo. Il suo messaggio Twitter: “Speriamo di superare questo disastro insieme, il più presto possibile e con il minor numero di danni”. Anche in Siria le vittime ammonterebbero a più di 300 e 516 feriti nei governatorati di Aleppo, Hama e Laodicea. Altre ce ne sarebbero nelle zone siriane in mano ai ribelli.

Anche le condizioni meteo non aiutano i soccorsi e i sopravvissuti. Nelle regioni montuose,  neii principali aeroporti intorno a Diyarbakir e Malatya,  a causa delle forti  nevicate non è possibile far arrivare i soccorsi.

Ripercussioni anche sui gasdotti che riforniscono le regioni. Sono stati colpiti, e ovviamente l’erogazione si è interrotta, procurando così ulteriori difficoltà per le popolazioni.

Nelle zone costiere che si affacciano sul tratto del Mediteraneo ricompreso nella zona che ha visto svilupparsi il sisma è stata diramata l’allerta tsunami. Ciò anche in Italia, per tutta l’area ricompresa tra Puglia, Sicilia e Calabria, sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Possibili onde di maremoto potrebbero arrivare  sulle coste che si affacciano nel tratto ricompreso all’area Mediterranea e al Mar Adriatico.

(Al momento non sono segnalate vittime di nazionalità italiana).

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