Mark Zuckerberg si affida al nastro adesivo per proteggere la sua privacy

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Abbiamo già più volte parlato di Facebook, considerato oggi il social network più popolare al mondo grazie ai suoi 1.65 miliardi di utenti attivi ogni mese, 1 miliardo dei quali accede quotidianamente alla piattaforma e la maggior parte da dispositivi mobili, risultati che il social network co-fondato e guidato da Mark Zuckerberg ha raggiunto
nell’arco dei suoi primi 12 anni di vita, e che per il futuro prevede maggiori investimenti in settori quali l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale, due settori che di certo permetteranno alla società di crescere ancora sperimentando nuove soluzioni legate non solo all’intrattenimento e la comunicazione, ma anche la condivisione tra gli utenti.

I risultati trimestrali di Facebook, abbiamo già visto, continuano a crescere in maniera costante grazie soprattutto agli introiti pubblicitari, ma è innegabile come la società sia stata più volte al centro delle attenzioni di associazioni a difesa della privacy degli utenti, accusata di raccogliere e sfruttare a proprio vantaggio i miliardi di dati raccolti e gestiti quotidianamente dai suoi server. In questo contesto, risulta alquanto curioso notare come Mark Zuckerberg, il sesto uomo più ricco del mondo secondo la classifica di Forbes, che ha contribuito a creare una piattaforma che raccoglie costantemente miliardi di dati sensibili di oltre 1 miliardo e mezzo di persona da tutto il mondo, dimostri una certa paranoia quando si tratta di proteggere la sua privacy, affidandosi a metodi tutt’altro che tecnologici per farlo.

La notizia curiosa di cui stiamo parlando si è diffusa nel momento in cui il fondatore di Facebook ha condiviso una foto per festeggiare il traguardo raggiunto da Instagram. Il social network dedicato alla condivisione di foto e video online, ha infatti raggiunto 500 milioni di utenti attivi ogni mese, 300 milioni dei quali si connette alla piattaforma ogni giorno, condividendo un totale di 95 milioni di post e 4.2 miliardi di Mi Piace quotidianamente.

Per celebrare questo risultato, anche Mark Zuckerberg ha deciso di fare qualcosa  di particolare, pubblicando una foto che pone l’attenzione su questo risultato importante, ma quello che non si sarebbe certo potuto aspettare è che l’immagine avrebbe fatto il giro del mondo per motivi completamente diversi, che pongono l’attenzione sui metodi estremi utilizzati per proteggere la sua privacy. La scoperta è stata fatta da Chris Olson, studente della University of Southern California, che nell’immagine ha notato il MacBook sulla scrivania della postazione dietro Zuckerberg, con webcam e il microfono coperti con del nastro adesivo.

Si tratta di un sistema tutt’altro che tecnologico per proteggere la privacy, ma che in effetti può risultare efficace, soprattutto nel caso in cui hacker o cyber-criminali riescano a prendere il controllo di un sistema da remoto riuscendo così ad attivare il microfono per ascoltare le conversazioni e attivare la webcam integrata per raccogliere immagini . Se il metodo può risultare ai limiti della paranoia, non è certo la prima volta che un personaggio noto si affida a sistemi del genere per proteggere la propria privacy. Già in passato James Comey, Direttore del Federal Bureau of Investigations, ha ammesso di coprire la webcam del suo pc con del nastro adesivo per maggiore sicurezza.

In molti tuttavia hanno evidenziato come possa essere ironico pensare che il fondatore di Facebook, social network che ogni giorno raccoglie miliardi di dati, possa essere così paranoico quando si tratta della sua privacy. La notizia inoltre, arriva a qualche settimana dalla violazione degli account Twitter e Pinterest dello stesso Zuckerberg, che secondo le informazioni diffuse dagli stessi hacker responsabili, utilizzava la password ‘dadada’.

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