Secondo Xiaomi uno smartphone con tutta la tecnologia moderna non dovrebbe costare più di 699 dollari. Analizziamo i segreti del successo della casa cinese.

Secondo l’amministratore delegato di Xiaomi India, Manu Kumar Jain, al giorno d’oggi non è disponibile alcuna tecnologia che possa giustificare prezzi più elevati di 699 dollari per uno smartphone.

Sempre secondo il dirigente, tutto quello che eccede questo importo è puro guadagno per le aziende produttrici, e serve a sostenere costi non direttamente legati allo smartphone.

Xiaomi dal suo punto di vista non venderà mai uno smartphone ad prezzo che va oltre i 699 dollari, fino a quando i prezzi dei componenti non aumenteranno e quindi l’azienda non produrrà smartphone “brucia portafogli”.

Ricordiamo che Xiaomi è famosa per realizzare smartphone dall’elevato rapporto qualità/prezzo sin dal 2011.

Personalmente avendo provato sul campo diversi smartphone Xiaomi posso affermare che i loro dispositivi sono proposti a cifre più basse rispetto a quelli della concorrenza, ma hanno una qualità elevata sia hardware che software, grazie anche all’interfaccia MIUI giunta alla versione 10, che è molto funzionale e veramente smart con le gesture (molto simili a quelle presenti su iPhone X) che sta riscuotendo molto successo tra il pubblico.

Ad esempio sono rimasto favorevolmente colpito da uno degli ultimi smartphone medi di gamma presentati come lo Xiaomi Redmi Note 5 che con meno di 200 € offre prestazioni e velocità paragonabili ad uno smartphone top di gamma da ben oltre 500 €.

Ultimo esempio recente sotto gli occhi di tutti è il PocoPhone F1, un dispositivo dotato di un hardware tecnologicamente avanzato da vero top di gamma, proposto ad un prezzo di soli 329 euro, ed infatti il web ne sta parlando molto e sta riscuotendo un ottimo successo di vendite.

Ma dietro i prezzi bassi dei dispositivi Xiaomi c’è una ragione : il modello di business dell’azienda si basa sul limitare il profitto sull’hardware per rendere i dispositivi appetibili alla massa e vendere servizi e software proprietari in abbonamento.

Ricordiamo che Xiaomi ha stretto accordi per vendere i loro prodotti presso la grande distribuzione e il pubblico può usufruire della garanzia italiana di due anni, e proprio recentemente è stato aperto uno store fisico di proprieta Xiaomi in Italia ad Arese e presto ne saranno aperti altri.

Ma analizziamo il segreto del successo del brand Xiaomi che sta facendo tremare i colossi del mercato tecnologico considerando che in pochi anni ha raggiunto la quarta posizione tra i produttori di telefonia mobile, e sembra destinata a crescere.

L’azienda è quotata sulla borsa di Hong Kong e la IPO (Initial Public Offering) si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari, e il valore dell’azienda potrà raggiungere i 100 miliardi nel prossimo futuro.

Xiaomi è di proprietà del cinese Lei Jun, e per alcuni è stato paragonato a Steve Jobs fondatore di Apple.

Probabilmente è per questo motivo che Xiaomi è stata definita la Apple cinese che sta conquistando il mercato dei Paesi emergenti, spopolando in India e in Europa dove stanno aprendo diversi store fisici.

Il segreto di questo successo è da ricercarsi nella vastità di prodotti venduti da Xiaomi che non sono solo smartphone. Nel catalogo della casa cinese troviamo articoli di ogni genere come ad esempio : bilancia smart, spazzolino elettrico, router, Wi-Fi Extender, lampade smart, moltissimi prodotti per la casa smart, set di cacciaviti, scooter e bici elettriche, smartwatch, TV intelligenti, droni, depuratore di aria, addirittura occhiali da riposo e da sole.

Quello che contraddistingue tutti questi prodotti è l’elevata qualità costruttiva e le funzioni software avanzate proposte ad un prezzo molto basso e la filosofia di Xiaomi è molto chiara: risparmiare senza rinunciare alla qualità garantendo la connettività dell’intero ecosistema di dispositivi diversi.

D’altra parte con questa vastità di prodotti in catalogo il potenziale cliente, dopo aver ad esempio acquistato uno smartphone, sarà invogliato a comprare altri articoli, traendo vantaggio dalla connettività dell’intero ecosistema.

Probabilmente per il futuro dovremmo mettere da parte i pregiudizi sul “Made in China” che finora ha significato prodotti di scarsa qualità.

 

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