I Millennial sono il target più importante per l’industria del gioco: i motivi

Sono i Millennial il primo e più importante target su cui milioni di aziende del gaming stanno lavorando. All’indomani della pandemia, inoltre, gli stessi rappresentanti delle aziende stanno studiando i cambiamenti dovuti alla pandemia. Si tratta della generazione di utenti che ad oggi rappresenta una fetta importante, forse fondamentale degli attuali giocatori. E l’industria del gaming concede loro molto spazio.

Ne ha parlato specificamente Aideen Shortt, CEO di Lilywhite Limited, in un articolo specifico dal titolo “Missing the Millennials in translation”, pubblicato sul blog di Giochidislots. Stando al parere di Shortt i Millennial rappresentano il centro di gravità attorno a cui ruotano le conversazioni sulla strategia di prodotto, sul marketing e sull’economia in generale.

Ma cosa si intende con Millennial? Tutta una generazione nata tra il 1981 e il 1996, di età media di 32 anni e secondo una ricerca condotta dal Pew Research Center altamente istruiti e con un reddito maggiore rispetto a quanto suggerisca la cronaca attuale.

Inoltre, ricerche di Forbes confermano un’altra tendenza: quella propria dei Millennial a spendere, cosa che qualifica la cosiddetta generazione Y come futura, più grande spenditrice di sempre. Ovviamente l’industria intera del mondo del gaming resta focalizzata anche su questo fondamentale aspetto.

Per questo motivo il primo interrogativo a cui rispondere è che tipo di ricadute avrà la pandemia su questa generazione. Per Shortt gli effetti sono imprevedibili, soprattutto perché minori introiti e redditi più bassi potrebbero portare a spese meno consumistiche. Secondo le stime caleranno anche le spese in viaggi, essendo questa generazione meno propensa a spese folli rispetto a quelle precedenti. “Per il mercato del gioco – sottolinea Shortt – i Millennials sono il mercato in più rapida crescita, nei prossimi anni dominante”. Ciò induce ad un’altra riflessione: se oggi l’industria del gioco ha concentrato se stessa su prodotti e marchi, dovrà in futuro tenere conto della mentalità del suo pubblico di destinazione.

Questo perché è una tendenza tipica dei Millennials quella di spendere non sul nome, dunque non sul brand o il marchio, ma sul valore. Concetti come “vantaggio” ed “esperienza” dovranno essere centrali. Questa tendenza dei Millennials inoltre apre la strada non solo ai grandi marchi dell’industria ma anche a tante start-up.

Tutto ciò passa necessariamente da una grande considerazione della tecnologia, che per i Millennials è base fondamentale della vita. La tecnologia difatti è parte integrante anche della vita del gioco, come confermano i dati degli ultimi anni. L’industria avrà a che fare con giocatori tecnologicamente avanzati e dovrà dunque puntare su tutti quei settori, come gli eSports, particolarmente apprezzato da questa generazione come dimostra la recente esperienza del lockdown. All’orizzonte, per il gaming, si profilano nuove pratiche di marketing, da adattare alle abitudini dei Millennial.

E quindi investimenti sui social, una linea fondamentale per gli operatori che, come dimostra la cronaca recente, dovranno fare i conti anche con una maggior consapevolezza sociale nelle tecniche di marketing.

Tutte considerazioni valide anche per il settore del gioco pubblico italiano. Seppur in Penisola, per i Millennials, le cose vadano in maniera nettamente diversa rispetto al resto d’Europa. Il nostro Paese ha un triste primato, quello cioè di essere il paese numero uno per i “Neet”, ovvero giovani tra i 19 e i 25 anni senza studio e senza lavoro. Dopo due crisi in dieci anni cosa succederà ai Millennials italiani? In Italia più che in altri Paesi c’è la capacità di adattarsi e di essere flessibili, dal momento che non vi sono certezze.

Seppur con una disponibilità economica minore, i Millennials non rinunceranno alle loro spese imprescindibili, anche quelle legate all’intrattenimento e al divertimento. Tutto ciò dovrà essere tenuto in debita considerazione dal mondo del gaming che già si sta spostando verso forme di gioco più casual e sociali. Verso un futuro di sostenibilità.

Commenta