Pagelle Serie A: quali sono le gerarchie al giro di boa – parte 2

Continuiamo nel pagellone dei voti alle squadre di Serie A con la seconda metà delle squadre, dopo i voti dati nel precedente articolo.

Milan: voto 10

Che dire? Il Milan si trova in vetta alla classifica, ha dimostrato con le vittorie contro le dirette concorrenti di meritare la posizione e in generale ha mostrato un gioco ordinato e divertente, sapendo valorizzare il talento dei vari interpreti. Peraltro, la ricetta rossonera si compone di ingredienti curiosi e contrastanti: l’intramontabile Ibrahimovic a 39 anni e il resto della squadra che raggiunge un’età media di 22 anni. Il gioco visto in campo è il frutto di un progetto caratterizzato da acquisti mirati con uno sguardo al futuro e di una gestione in grado di trasmettere fiducia ai giocatori in campo, che ha prodotto dei risultati eccezionali, considerato il valore della rosa oggettivamente inferiore rispetto ad alcune contender.

La sfida, ora, è mantenere il livello delle prestazioni al massimo sino al termine del campionato. Può vincere il campionato? Sì. Può vincerlo permettendosi di non dare il 100% ad ogni giornata? Assolutamente no.

Napoli: voto 7.5

È difficile parlare della stagione del Napoli prescindendo dalla sensazione attuale, che è quella di una squadra scarica ed esigua di risorse. È di pochi minuti fa la notizia della conferma di Gattuso sulla panchina dei partenopei ed è un’annuncio che può restituire un segnale positivo, di solidità per il futuro. La verità è che questa squadra ci ha abituato a ottimi risultati, con un inizio di stagione spumeggiante e vittorie travolgenti con Roma e Atalanta, ma che ha peccato, ancora una volta, in continuità, venendo anche senza dubbio penalizzata dagli infortuni, con la perdita di Osimhen per quasi tre mesi.

La verità è che anche il Napoli non ha ancora quella lunghezza di rosa che permette di affrontare con serenità una doppia competizione e che dipende tanto, troppo, dalla salute fisica dei propri interpreti, dando prova di poca resilienza agli ostacoli in una stagione in cui tale caratteristica è più che mai centrale.

Parma: voto 6

La sufficienza al Parma risulterà incomprensibile a molti, ma la verità è che si tratta di che una società ha avuto il coraggio di lanciarsi in un progetto caratterizzato da fiducia in un’idea di calcio offensiva e da “azzardi” di mercato, con l’acquisto di giocatori molto giovani e di indubbia qualità. Tale progetto, tuttavia, può funzionare se si riesce ad attendere la fruibilità dei giocatori acquistati mantenendo una posizione dignitosa in classifica e ciò non è successo con Liverani, il quale, nel limbo dell’attesa nella crescita dei propri giocatori, ha portato sul campo una squadra incapace di sviluppare lo switch ad una mentalità di gioco offensiva propria dell’allenatore, senza riuscire però nemmeno ad assicurare solidità nel reparto difensivo.

La fiducia è stata molta e il timone è tornato a D’Aversa solamente quando l’impressione era quella di un punto di non ritorno. Con il nuovo (vecchio) allenatore, la squadra è sembrata più a proprio agio e non scommetterei affatto sulla retrocessione di questo Parma in Serie B, soprattutto alla luce degli acquisti che sembrano esser prossimi ad arrivare, che attribuiscono a questa dirigenza il premio “o sei un pazzo, o vedi nel futuro” dell’anno.

Roma: voto 7

La stagione 2020/2021 ha visto una Roma senz’altro più cinica, più concreta. Tali aggettivi sono senz’altro appropriati per una squadra che ha vinto contro tutte le squadre posizionate nella metà destra della classifica. Il problema è che la Roma non ha battuto nessuna delle squadre nella metà sinistra, dimostrando una forte difficoltà contro squadre di buon livello. Tale difficoltà è dovuta ad un’alta friabilità difensiva, con una protezione della porta ben lontana dal potersi considerare solida e da un attacco che alterna gare dalla fluidità esaltante a gare in cui tutto sembra difficile e fuori portata per i giocatori in campo.

Un segnale di disunità peraltro è arrivato proprio in questi giorni, con la rottura fra l’allenatore Fonseca e il capitano Dzeko, lasciando la squadra in una situazione di stallo in cui ci si trova al terzo posto, ma in cui sembra che tale posizione sia più un demerito delle squadre al di sotto, che un merito proprio.

Sampdoria: voto 8

La Samp fa una stagione di grande solidità e concretezza. È una squadra in grado di portare in campo un gioco ordinato e semplice, sempre di buona efficacia e son poche le big che sono uscite dalla gara contro i blucerchiati senza aver temuto in un tracollo. L’ultima in ordine di tempo l’Inter, fermata in una gara fondamentale per tentare il sorpasso contro i cugini rossoneri, da una Sampdoria che ha saputo ben difendersi e ben ripartire all’attacco. L’esperimento Candreva può dirsi riuscito e la gestione della rosa di Ranieri sembra essere efficace senza scontentare nessuno, pur ruotando di tanto in tanto i titolari. In più, quel Damsgaard lì pare proprio che lo sentiremo nominare spesso in futuro.

Sassuolo: voto 8

Anche del Sassuolo c’è poco da dire. Si tratta di una realtà meravigliosa del calcio italiano, che ha portato in campo un’idea di gioco spettacolare e sfacciata già da anni ormai e ogni anno pian piano rattoppa alcuni dei buchi che emergevano nel campionato precedente. Quest’anno è toccato alla fase difensiva, affidata ormai stabilmente alla gestione di Ferrari. Per il resto, scambi veloci e palla che vola per una squadra a sua volta martoriata dagli infortuni, che hanno privato l’11 neroverde del bomber di fiducia Caputo per più di due mesi e del flamboyant Boga una giornata sì e una no. Tanta sfortuna per una squadra che, se trova continuità, soprattutto fisica, può ambire all’Europa.

Spezia: voto 7

Lo Spezia di Italiano si affaccia al campionato di Serie A con coraggio e viene ripagata dai risultati: zona salvezza lontana 4 punti e una reputazione di squadra ostica da superare per chiunque. Anche qui, va leggermente rinsaldato il reparto difensivo, che subisce parecchio e va ammesso che nelle ultime gare si è vista un po’ di stanchezza e di fatica nel portare a casa punti. Tuttavia, proseguendo il cammino in questo senso, la lotta per la salvezza appare senz’altro alla portata di una squadra che, come abbiamo visto per molte compagini e come era tutto fuorché scontato in Serie A fino a poco tempo addietro, fa del bel gioco e della sfrontatezza le proprie caratteristiche principali, offrendo anche spazio e visibilità ad alcuni giovani interessanti.

Torino: voto 4

Una fatica tremenda per il Torino a trovare gioco e risultati. Le partite dei granata quest’anno sono state a tratti davvero inguardabili: gioco ostinatamente orizzontale, catenaccio difensivo e occasioni solamente fortuite o scaturite da palle ferme. La presenza in zona retrocessione è evitata esclusivamente dal cuore immenso di capitan Belotti che sembra il solo faro in un mare buio e tempestoso nel quale si è certamente perso Giampaolo, il quale ha inizialmente tentato di trasmettere i propri concetti di gioco, per poi alzare bandiera bianca e tornare al 3-5-2 tipico dei granata, ma non ottenendo risultati né con l’uno, né con l’altro approccio.

Ciò che è peggio, poi, è che tale assenza di risultati è coincisa con una pochezza di gioco ancora più scoraggiante: da questa rosa e da questa società ci si aspetta ben altro.

Udinese: voto 6

La solita stagione dell’Udinese: assolutamente normale. Vince le gare che deve vincere, dando in alcuni momenti anche l’impressione di poter ambire alla metà piena della classifica, per poi perdere punti preziosi contro le pari classifica. Unico faro di centrocampo e fortuna della squadra è Rodrigo De Paul, il quale, tuttavia, ci si chiede quanto a lungo possa rimanere a Udine, unito ad una difesa tutto sommato ordinata e piuttosto solida, rispetto alle squadre dello stesso livello. Onestamente, la previsione è che proseguirà in tal modo fino a fine anno, lottando per una salvezza tranquilla.

Verona: voto 9

Il meraviglioso Verona di Juric incanta anche quest’anno. Dopo una stagione incredibile, al termine della quale venivano ceduti tutti i principali interpreti dell’impresa, Juric è in grado di rendere oro quel che ha in mano e di portare anche in questa stagione un’intensità ed energia pari solamente alla miglior Atalanta. La trasformazione di Zaccagni in un giocatore di livello assoluto è ormai completa, ma parlare di un singolo sarebbe svilente dei confronti del resto della rosa, che merita elogi dello stesso tipo. Che bello vedere questo Verona, che bello. Con gli stadi chiusi, poi, non si è nemmeno costretti a sentire i cori fascisti, rendendo questo un anno davvero irripetibile per godere delle prestazioni gialloblu.

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