Scagionato l’Olio di Palma: l’Istituto Superiore di Sanità dice che non fa male

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La psicosi da Olio di Palma ha colpito bene o male tutti, da grandi a piccini. Una maggiore attenzione sulle etichette di biscotti, cioccolata e tutto quello dove potrebbe esserci questo olio nella preparazione viene scandito e tenuto sotto controllo. Le marche che non lo usano se ne fanno buona pubblicità e laddove non sia presente spesso viene scritto a lettere cubitali sulla confezione. I puristi lo evitano come la peste, gli altri “nel dubbio” scelgono prodotti alternativi per oi, spesso, tornare sui propri passi perché diciamocelo… molti dei prodotti che usano questo olio sono davvero buoni per doverci rinunciare. Fa male? Non fa male? Arriva poi la teoria che male non faccia ma la coltivazioni di queste piantagione vada a discapito dell’ecosistema e così si passa da problemi legati alla salute umana a quelli della Terra e del disboscamento globale. Tanta confusione e tante informazioni che dicono tutto e il suo opposto.

A cercare di chiarire un po’ la situazione, l’Istituto superiore di Sanità che cerca di riprendere il controllo di una situazione ormai sfuggita di mano: L’olio di palma non è nocivo di per sé, né ha componenti specifiche in grado di provocare effetti negativi sulla salute. Tuttavia l’alto contenuto di grassi saturi di questo alimento è legato ai noti rischi cardiovascolari, in caso di consumi elevati.

In poche parole questo è quanto l’ISS ha pubblicato oggi sul sito del Ministero della Salute. “Si tratta di un alimento, e pertanto non può essere definito tossico, ciò che fa la differenza è quanto se ne mangia”, spiega Marco Silano, direttore del reparto Alimentazione e salute dell’Iss che sottolinea la crescita nell’impiego di questo ingrediente da parte dell’industria alimentare. “Il dato di importazione è fortemente aumentato. Ed è una buona misura per capire quanto sia cresciuto l’uso di olio di palma”.

Ma per la nostra salute? “Non c’è nessun problema – continua Silano – se si fa una dieta varia ed equilibrata, seguendo di stili di vita sani. Ma bisogna avere particolare attenzione per alcune categorie di persone più a rischio per il consumo di grassi saturi: forti consumatori di prodotti industriali, obesi, cardiopatici, dislipidemici, anziani e bambini”.

Si legge poi di seguito: “non ci sono evidenze dirette nella letteratura scientifica che l’olio di palma, come fonte di acidi grassi saturi, abbia un effetto diverso sul rischio cardiovascolare rispetto agli altri grassi con simile composizione percentuale di grassi saturi e mono/polinsaturi, quali, ad esempio, il burro. Il minor effetto di altri grassi vegetali, come ad esempio l’olio di girasole, nel modificare l’assetto lipidico plasmatico è dovuto al minor apporto di acidi grassi saturi e al contemporaneo maggior apporto di polinsaturi. A ulteriore riprova che gli effetti sulla salute dell’olio di palma sono legati alla sua composizione in acidi grassi, si osserva che il suo consumo non è correlato all’aumento di fattori di rischio per malattie cardiovascolari» in persone con peso e colesterolo nella norma, giovani e «che assumano contemporaneamente le quantità adeguate di polinsaturi”.

Come sempre quindi mangiare sì, ma con moderazione. Possiamo però mettere via forconi e bastoni e far tornare sui nostri scaffali tutti i prodotti che avevamo bandito come fossero streghe!

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