Pasta e riso rischiosi per la salute? Attenzione a consumarli cotti da giorni e alla data di scadenza

La dieta mediterranea fa della pasta e del riso due degli alimenti principali per una sana alimentazione, se consumati nelle dosi e nei modi corretti. Di sicuro questi due prodotti alimentari non rientrano tra quelli su cui puntiamo un controllo ferreo sulle scadenze, considerate spesso per via approssimativa e a consumarli anche dopo la data indicata sulle confezioni. Si pensa erroneamente che la pasta e il riso, apparentemente identici a prima della data di scadenza, non abbiano delle mutazioni sufficienti per dover essere eliminati dopo la scadenza e soprattutto nel pensare che dopo la scadenza questi siano uguali come sapori, proprietà e funzione.

Ma non è così a causa del Bacillus cereus, un batterio beta emolitico a bastoncello Gram-positivo che causa un’intossicazione alimentare simile a quella provocata dallo Stafilococco. I rischi provocati dal batterio sono la sindrome diarroica e quella emetica. A  far notare queste patologie il Journal of Clinical Micriobiology nel 2005 dove veniva presentato il caso di una famiglia intera finita . Un’intera famiglia in ospedale per aver consumato una pasta fredda preparata già da quattro giorni e messa correttamente in frigorifero. Tra di loro ci fu persino la morte del bambino più piccolo mentre un altro fu colpito da una forte insufficienza epatica. La diagnosi fu intossicazione da cibo.

Un altro caso venne registrato nel 2011 quando morì un giovane dopo aver mangiato della pasta cucinata cinque giorni prima e altri ancora furono registrati negli anni successivi, sempre con le stesse modalità. La causa risiede nelle tossine come l’haemolysin BL che resiste a temperature altissime, fino ai 120°C per tempi lunghissimi e tutto questo è dovuto alla loro composizione con spore di cheratina resistenti al calore, alle radiazioni e alla essiccazione.

Sono diverse le fonti di contaminazione degli alimenti. Ecco un elenco fornito dall’Università di Napoli Federico II:

  • Latte crudo, pastorizzato, UHT e in polvere
  • Carne cruda e congelata di bovino, suini e pollame
  • Prodotti carnei freschi e stagionati
  • Riso (produzione di tossina emetica)
  • Uova intere, crude e pastorizzate
  • Prodotti da forno
  • Spezie
  • Insalate

Fonte: Meteoweb

Come possiamo comunque proteggerci dai batteri che si possono formare su cibo già preparato? Per prima cosa evitiamo di riporre alimenti cotti ancora caldi nel frigorifero. Farlo significherebbe aumentare la temperatura all’interno del frigorifero anche di 5 gradi così da favorire il proliferare di batteri. Ricordiamoci quindi di far freddare autonomamente il cibo prima di coprirlo e riporlo in frigorifero. Il tempo in cui un alimento può restare fuori dal frigorifero varia ma di norma per un tempo che va dalle due alle 4 ore.

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