#influenza: ecco perchè il contagio è arrivato alle stelle

Lo avevano previsto, l’influenza sta raggiungendo i suoi livelli massimi da gennaio con un incremento esponenziale proprio dai primi giorni del nuovo anno. Così i soggetti contagiati dall’influenza hanno raggiunto il numero di 4 milioni di malati bloccati al letto in tutta Italia. Il contagio avviene in modo molto semplice ma è il dopo ad allarmare, visto che  i sintomi hanno portato alla morte ben 30 persone che non sono riuscite a contrastare il virus con le proprie forze. Si tratta comunque di una influenza molto contagiosa, più di quelle passate e la spiegazione ci arriva da un team di ricercatori dell’Università del Maryland, negli Stati Uniti d’America, il quale ha messo in luce le vere modalità di contagio, andando a stravolgere le convinzioni che abbiamo sempre avuto fino ad oggi.

Partiamo comunque dalle basi iniziali: l’influenza che ci sta mettendo a letto è partita prima dal ceppo influenzale del virus A sottotipo H1N1 e ora è arrivata la nuova epidemia del virus Yamagata – influenzavirus A sottotipo H3N3. Secondo quanto registrato dall’Istituto Superiore di Sanità, dal 1 gennaio 2018 ad oggi sono circa 3.883.000 i contagi. Una tra le epidemie più forti e durature che si sono registrate negli ultimi anni, dal 2004. Senza contare poi che i numeri continuano a salire, con la seconda settimana di gennaio che ha registrato ben 832mila nuovi malati.

Oltre i 30 decessi, ci sono ancora 140 persone in gravissime condizioni, di cui tre donne in gravidanza. Secondo quanto comunicato dal dipartimento di malattie infettive, l’influenza sta dilagando in modo così ampio poiché il ceppo non rientra tra quelli coperti dal vaccino trivalente di quest’anno.

[amazon_link asins=’B01HD90DW0,B003Z8Z7AM,B0028LIP4W’ template=’ProductCarousel’ store=’ragnatela-21′ marketplace=’IT’ link_id=’77dc42cd-fd3f-11e7-99f1-35ad11b1ac7f’]

Secondo poi Donald Milton, il docente dell’Università del Maryland, il contagio non avviene solo nel momento in cui ci sono starnuti o colpi di tosse, bensì anche con la sola aria. Se quindi siamo convinti che basta stare lontani da possibili ammalati, soprattutto nel momento di uno starnuto, dobbiamo ricrederci e rassegnarci in un certo qual modo. Infatti il respiro di una persona contagiata rilascerebbe nell’aria delle piccole goccioline che rimangono sospese nell’aria anche per diverso tempo. Così si spiega il perché di un contagio così dilagante anche nei primi giorni in cui si manifestano i sintomi. Non serve necessariamente avere un raffreddore o la tosse per diffondere il virus, ma serve il semplice respiro per mandare in circolo il contagio. Si andrebbe a creare quindi una specie di aerosol contagioso a cui entriamo indistintamente a contatto. La richiesta per evitare che questo avvenga in modo esponenziale è quella di restare in casa non appena si scoprano i primi sintomi, così da non diventare untori eccessivi.

Commenta