Carboidrati più dannosi dei grassi per il cuore. Lo rivela una ricerca canadese

Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di morte a livello globale, un motivo in più che dovrebbe spingere le persone a prestare molta attenzione alla salute del cuore anche attraverso la propria alimentazione, evitando le esagerazioni e riducendo il consumo di cibi particolarmente dannosi per la salute del corpo, ed è in questi casi che giocano un ruolo fondamentale le linee guida degli esperti per seguire una dieta bilanciata che riesca a ridurre il consumo di alimenti potenzialmente dannosi per la salute.

La situazione, tuttavia, diviene più complicata quando ad essere intaccate sono quelle che, fino a poco tempo fa, potevano essere considerate delle certezze, attraverso studi scientifici che concentrano la propria attenzione sul consumo di determinati alimenti. Un esempio piuttosto evidente di quanto appena spiegato riguarda il consumo di grassi, che secondo lo studio di un team di ricercatori canadesi, sarebbero meno dannosi per il cuore rispetto ai carboidrati.

I risultati dello studio condotto dalla McMaster University di Hamilton, in Ontario, presentati durante l’ultimo congresso di cardiologia di Barcellona, non faranno certo felici gli amanti del pane e della pasta, perché mettono in discussione il fatto che i grassi contenuti negli alimenti causerebbero un rischio minore di mortalità se confrontati, invece, con i carboidrati. Una dieta ricca di carboidrati, quindi, sarebbe più dannosa per il cuore rispetto alle diverse categorie di grassi.

Lo studio PURE (Prospective Urban Rural Epidemiology) è stato condotto dai ricercatori coinvolgendo oltre 150.000 persone nell’arco di 10 anni da 18 paesi ad alto, medio e basso reddito, ha permesso ai ricercatori di ottenere dei risultati piuttosto interessanti che dimostrerebbero come la riduzione del consumo di grassi non sarebbe correlata ad una diminuzione del rischio di mortalità per patologie cardiovascolari. Al contrario una riduzione significativa dei carboidrati, avrebbe evidenziato una riduzione del tasso di mortalità provocato da patologie legate al cuore.

Entrando più nel dettaglio, dai risultati emerge che nella fascia di alta di consumo dei grassi i ricercatori hanno rilevato una riduzione del rischio di mortalità totale del 23%, con 18% in meno del rischio di ictus e riduzione del 30% della mortalità per patologie non cardiovascolari. Ad ogni tipo di grasso, inoltre, è stata associata ad una riduzione del rischio di morte prematura. Per i grassi saturi, ad esempio, è stata rilevata una riduzione del rischio di morte del 14%, del 19% per i grassi monoinsaturi e del 29% per quelli polinsaturi. I grassi saturi, infine, sarebbero stati associati ad una riduzione del 21% del rischio di ictus. Secondo i risultati dello studio, invece, una dieta ricca di carboidrati sarebbe associata ad un aumento del rischio di morte prematura pari al 28%.

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