Attenti al sole, quanto la protezione cutanea è importante per prevenire Melanomi

L’estate è sinonimo di sole, vacanze, pelle dorata e lunghi pomeriggi all’aria aperta. Ma è anche il periodo in cui i raggi UV diventano protagonisti silenziosi e potenzialmente pericolosi. Fra i rischi più seri associati all’esposizione solare c’è il melanoma, un tumore cutaneo ancora troppo spesso ignorato o sottovalutato.

Il melanoma è un tumore maligno che nasce dai melanociti, le cellule della pelle che producono melanina — il pigmento che ci fa abbronzare e ci protegge, almeno in parte, dai danni del sole. Può insorgere su pelle apparentemente sana oppure da un neo già presente. In Italia, solo nel 2024, sono state stimate quasi 13.000 nuove diagnosi. È il terzo tumore più frequente tra le persone sotto i 50 anni e colpisce uomini e donne in misura quasi identica.

Contrariamente a quanto si crede, il melanoma non è una malattia che riguarda solo gli adulti. È uno dei tumori più diffusi tra i giovani adulti, anche sotto i 30 anni. Questo perché la pelle “ricorda”: le scottature avvenute da bambini o l’esposizione sconsiderata al sole possono avere conseguenze anche dopo molti anni. I soggetti più esposti al rischio sono quelli con pelle, occhi e capelli chiari, molte lentiggini o numerosi nei, ma anche chi utilizza frequentemente lampade o lettini abbronzanti, le cui radiazioni UV non sono meno dannose di quelle naturali.

Per riconoscere un potenziale melanoma in fase iniziale, esiste una semplice regola mnemonica: l’ABCDE. Significa osservare eventuali nei che mostrano: Asimmetria, Bordi irregolari, Colori non uniformi, dimensioni in crescita, evoluzione nel tempo.

Sintomi come prurito, sanguinamento, arrossamento o la presenza di un nodulo sotto il neo sono campanelli d’allarme da non ignorare. Fare un autoesame periodico e sottoporsi a una visita dermatologica annuale può davvero fare la differenza.

Ma prevenire è sempre meglio che curare. Proteggere la pelle in modo intelligente non significa rinunciare al sole, ma goderselo in sicurezza. È utile evitare l’esposizione diretta tra le 10.00 e le 16.00, applicare frequentemente una crema solare con protezione alta (SPF 30 o 50), indossare cappelli, occhiali e abiti leggeri ma coprenti, ed evitare l’uso di lettini abbronzanti. Queste accortezze valgono per tutti, ma ancora di più per i bambini e i giovani, perché è proprio nei primi decenni di vita che si costruisce la memoria solare della pelle.

C’è ancora chi pensa che usare la crema solare impedisca di abbronzarsi. Ma non è così: anche con un fattore di protezione elevato, la pelle si colora comunque, semplicemente in modo più graduale, uniforme e senza le scottature che causano desquamazione. Il risultato? Un’abbronzatura più bella e duratura.

Proteggere la pelle non è un limite, ma un gesto di consapevolezza. Bastano pochi gesti quotidiani per prendersi cura di sé, anche quando il cielo è limpido e il mare ci invita a tuffarci.

Non tutti sanno che, in passato, avere la pelle abbronzata era considerato un segno di fatica e povertà: la nobiltà e la borghesia preferivano rimanere pallidi, proteggendosi dal sole con ombrellini e cappelli, mentre i contadini si abbronzavano lavorando all’aperto. Solo nel Novecento l’abbronzatura ha iniziato a essere percepita come sinonimo di salute e benessere.

La consapevolezza dei rischi legati al sole è però arrivata solo più tardi. I raggi ultravioletti furono scoperti nell’Ottocento grazie a studi pionieristici, e già allora si capì che non è il calore del sole, ma la luce stessa a provocare danni sulla pelle. Da allora, molte culture hanno sviluppato strategie rudimentali per proteggersi: gli Egizi usavano oli vegetali come quello di riso o di lupino, mentre i Greci e i Romani si affidavano all’olio d’oliva. In Asia erano comuni le polveri riflettenti per mantenere la pelle chiara.

Le prime creme solari “moderne” comparvero negli anni ’30 grazie a un chimico svizzero, e durante la Seconda guerra mondiale l’esercito americano distribuiva lozioni protettive ai soldati. Negli anni ’60 nacque il concetto di SPF, e da allora le formulazioni si sono sempre più perfezionate, diventando resistenti all’acqua e rispettose dell’ambiente.

Oggi, proteggere la pelle significa fare una scelta informata: per godersi il sole, abbronzarsi in modo sicuro e prendersi cura della propria salute. Perché la bellezza passa anche – e soprattutto – dalla consapevolezza.

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